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martedì 22 gennaio 2008

Mastella: hasta la "poltrona" siempre!


Ci siamo: dopo mesi di tira e molla, dopo meno di 2 anni di agonia, il governo Prodi sembra proprio arrivato al capolinea. Povero Mastella, proprio non ha retto più a stare con l'attuale maggioranza! Se ne va per la mancata solidarietà da parte dei leader del Centrosinistra, dopo l'ennesima vicenda che vede indagato lui, sua moglie e il 90% dei dirigenti del suo micro-partito a conduzione familiare, per corruzione, concussione e quant'altro in Campania.

Bhè, però qualcuno ne ha dimostrata tanta di solidarietà al povero Mastella: Silvio Berlusconi, ovviamente! Sarà per questo destino comune di perenni perseguitati dai giudici comunisti e mangiabambini, ma Silvio non ha mancato di far sentire il proprio appoggio all'ormai ex Ministro guardasigilli. Ma poi, (mi vengono i brividi solo se ci penso!), un pluriindagato Ministro della Giustizia...veramente una barzelletta tutta italiana! Per mia natura, sono un garantista convinto, un indagato rimane innocente fino a prova contraria, ma sono decenni che circolano voci, illazioni, pettegolezzi, chiacchere (chiamateli come volete!) su Mastella. C'era proprio bisogno, caro Prodi, di nominarlo Ministro della Giustizia? Non era più adatto un Di Pietro, se non altro per una conoscenza molto più approfondita della materia? E magari, visto che proprio non se na poteva fare a meno, assegnare un'altra poltroncina a Mastella, una più consona al suo curriculum vitae?

Tanto oramai è inutile parlarne, la maggioranza di Centrosinistra non c'è più, all'orizzonte nessuna nuova legge elettorale, nessuna legge sul conflitto di interessi, i DICO manco a parlarne, gli stipendi sempre uguali e con sempre meno potere d'acquisto. E pensare che proprio ora i conti pubblici cominciavano ad essere risanati dopo i disastri dei governi precedenti e magari qualche risorsa in più da redistribuire al Paese c'era pure!

Il ritorno di Berlusconi al governo sembra inevitabile, con tutti i suoi dictat, i suoi veti, le leggi ad personam, le figuracce internazionali. La mia solidarietà, caro Mastella, va a chi, come me, è costretto a campare con 1000 euro al mese, me ne frega altamente della tua vicenda personale, di tua moglie, della tua famiglia e del tuo partito. Se, come sostengono i giudici, avete rubato e corrotto e, dato il vostro ruolo istituzionale, lo avete fatto sulle spalle della povera gente, sarebbe giusto che finalmente pagaste e magari risarciste il Paese delle vostre malefatte: chissà quante risorse da redistribuire salterebbero fuori!

Sono altresì convinto che, come sempre in Italia, questa vicenda si sgonfierà come una bolla di sapone, ai giudici verrà tappata la bocca e...scommettiamo che ci ritroviamo Mastella nel prossimo governo di Centrodestra? 'Hasta la "poltrona" siempre', caro Clemente, alla faccia di quell'illuso di Che Guevara!


P.S.: la battuta 'hasta la poltrona siempre' non è mia, l'ho letta tra i commenti ad un post di Spetteguless (http://www.spetteguless.blogspot.com/). Chiedo scusa a Lovestoned, il vero autore. Non era mia intenzione copiare, ma l'ho trovata geniale...considera il post un attestato di stima e complimenti nei tuoi confronti.

mercoledì 16 gennaio 2008

Hasta siempre

Che a Cuba, soprattutto tra le nuove generazioni, la figura di Fidel Castro non sia ben vista, non sono certo io il primo a dirlo. Sarebbe da ipocriti bendarsi gli occhi e far finta che non sia così. Sono altresì convinto che le ragioni di tale dissenso siano fragili e poco empiriche dal momento che si basano esclusivamente sulla propaganda vile e illusoria degli americani e dei milioni di turisti occidentali che ogni anno invadono Cuba, quasi sempre alla ricerca di sesso facile e poco inclini a nuove esperienze socio-culturali.
Su una figura però, i cubani, giovani e meno giovani, si ritrovano tutti d'accordo. E' il loro eroe, il simbolo della lotta a favore dei poveri del mondo, il comandante che non si arrende mai: Che Guevara. Non è un caso quindi che la canzone più famosa, la più eseguita, la più ascoltata, a Cuba sia "Hasta sempre". La si sente ovunque.
La versione originale è stata scritta e cantata dal compositore Carlos Puebla nel 1965, poco dopo la lettura della Carta de despedida del Che, quando Guevara è partito per la Bolivia. Puebla, come un menestrello, ha riassunto gli eventi principali della vita del Che nelle varie strofe: Sierra Maestra, battaglia di Santa Clara, amministrazione, partenza, eredità che lascia.
Qui di seguito, vi propongo il testo e ovviamente la canzone nella sua versione originale.

Hasta Siempre! Carlos Puebla
Aprendimos a quererte
desde la historica altura
donde el sol de tu bravura
le puso cerco a la muerte.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu mano gloriosa y fuerte
desde la historia dispara
cuando todo Santa Clara
se despierta para verte.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Quien es que mando la brisa
con sol esta primavera
para plantar la bandera
con la luz de tu sonrisa?

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu amor revolucionario
te conduce a nueva empresa
donde esperan la firmeza
de tu brazo libertario.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Seguiremos adelante
como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos:
Hasta siempre, Comandante!

sabato 12 gennaio 2008

Che Guevara - tre lettere prima di lasciare Cuba

Prima di lasciare Cuba per andare a fare la guerriglia in Bolivia con l'intento di vincere per poter portare la Rivoluzione anche in Argentina, sua terra natale, il Comandante Ernesto Che Guevara scrisse tre lettere da cui traspare tutta la sua umanità, il suo spirito rivoluzionario, la sua grandezza.
Le pubblico senza commenti perché sarebbero superflui.

Lettera ai figli
Cari Hildita, Aleidita, Camino, Celia e Ernesto:
Se leggerete questa lettera vorrà dire che io non sarò più fra di voi. Quasi non vi ricorderete di me e i più piccoli non ricorderanno nulla. Vostro padre è stato un uomo coerente e, sicuramente è stato leale con le sue convinzioni. Crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordate che l’importante e’ la rivoluzione e che ciascuno di noi, da solo, non vale niente. Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo del vostro cuore qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo. Questa è la migliore qualità di un buon rivoluzionario. Hasta sempre figli miei, spero di vedervi ancora. Un bacio grande e un gran abbraccio da Papà.
Lettera ai genitori

Cari vecchi
Sento nuovamente sotto i miei talloni il costato di Ronzinante, torno al cammino con lo scudo al braccio. Sono passati quasi dieci anni da quando vi scrissi un’altra lettera di commiato. Da quello che ricordo mi lamentavo di non essere un soldato e un medico migliore; il secondo ormai non mi interessa più, come soldato invece non sono poi così male. Nell’essenza non è cambiato niente, ma sono molto più cosciente, il mio marxismo si è radicato e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi e sono coerente con il mio credo. Molti diranno che sono un avventuriero e in realtà lo sono ma di un tipo differente, di quelli che rischiano la propria pelle per dimostrare le proprie verità. Può essere che questa sia l’ultima. Non lo cerco però è nel calcolo delle probabilità. Se è così vi do il mio ultimo abbraccio. Vi ho voluto molto bene ma non ho saputo esprimere i miei sentimenti, sono molto rigoroso nelle mie azioni e temo che alcune volte non mi abbiate capito. E in effetti non era facile capirmi, credetemi almeno oggi. Adesso una volontà che ho levigato con meticolosità da artista sosterrà le gambe deboli e i polmoni stanchi. Lo farò. Ogni tanto ricordate questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan Martin e Parrotin, A Beatriz, a tutti. Per voi un gran abbraccio dal figliol prodigo e recalcitrante. Ernesto.

Lettera a Fidel
Fidel,
in queste ore mi tornano in mente molte cose, quando ti ho conosciuto in casa di Maria Atonia, quando mi invitasti, tutta la tensione dei preparativi. Trascorremmo alcuni giorni chiedendoci chi si doveva avvisare in caso di morte, e la possibilità reale del fatto ci colpì a tutti. D’altra parte sapevamo che era sicuro che in una rivoluzione, se è genuina, o si trionfa o si muore. Molti compagni rimasero lontani dal cammino verso la vittoria.
Oggi tutto ha un tono meno drammatico perché siamo più maturi, però il fatto si ripete. Sento che ho compiuto la mia parte di dovere che mi legava alla Rivoluzione Cubana sul suo territorio e mi commiato da te, dai compagni, dal tuo popolo che è anche il mio.

Rinuncio formalmente agli incarichi nella direzione del Partito, al mio posto di Ministro, al mio grado di Comandante, alla mia condizione di Cubano. Niente di legale mi lega a Cuba, solo vincoli di altro tipo che non si possono rompere come le nomine.

Pensando alla mia vita passata credo di aver lavorato con sufficiente onorabilità e dedizione per consolidare il trionfo rivoluzionario. Il mio unico rimpianto di una certa gravità e di non aver confidato in te dai primi momenti della Sierra Maestra, e non aver compreso con sufficiente chiarezza le tue qualità di condottiero e di rivoluzionario. Ho vissuto giorni magnifici e al tuo fianco ho sentito l’orgoglio di appartenere al nostro popolo, nei giorni luminosi e in quelli tristi della crisi dei Carabi. Poche volte ha brillato un così alto statista come in questi giorni, mi inorgoglisco anche per averti seguito senza vacillare, identificandomi con il tuo modo di pensare, di vedere, di affrontare i pericoli ed i principi.

Altre parti del mondo reclamano la partecipazione dei miei modesti sforzi. Io posso fare quello che tu ti stai negando per la tua responsabilità nei confronti di Cuba, ed è arrivato il momento di separarci.

Sappi che lo faccio con un misto di allegria e dolore, qui lascio le mie speranze più pure di costruttore e i più amati fra i miei amati… e lascio un popolo che mi ha accettato come un figlio; questo lacera una parte della mia anima.
Nei nuovi campi di battaglia porterò la fede che mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo, la consapevolezza di compiere il più sacro dei doveri: lottare contro l’imperialismo ovunque sia, questo conforta e cura ampiamente qualsiasi ferita.

Dico ancora una volta che libero Cuba da qualsiasi responsabilità, salvo quella che emana dal tuo esempio. Se giunge l’ultima ora sotto altri cieli il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e, in modo particolare, per te. Ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e per il tuo esempio al quale cercherò di essere fedele fino alle estreme conseguenze delle mie azioni. Confermo di essermi identificato sempre con la politica estera della nostra Rivoluzione, e continuo a farlo. Ovunque mi trovi sentirò la responsabilità di essere rivoluzionario Cubano, e come tale agirò. Non lascio ai miei figli né a mia moglie niente di materiale, senza rimpianto: sono contento che sia così. Non chiedo niente per loro, d'altronde lo Stato gli darà il sufficiente per vivere ed educarsi.

Avrei molte cose da dire a te e al nostro popolo, però sento che non sono necessarie, le parole non possono esprimere quello che vorrei, e non vale la pena imbrattare pagine.

Fino alla vittoria sempre. Patria o Morte!

Ti abbraccio con tutto il mio fervore rivoluzionario.

Che.
Traduzione di gà

venerdì 11 gennaio 2008

The Argentine e Guerrilla, due film di Steven Soderbergh

La prossima stagione cinematografica vedrà l'uscita di due film di Steven Soderbergh (regista fra gli altri di Ocean's 11 - 12 -13, Intrigo a Berlino, Bubble) su Ernesto Che Guevara: The Argentine e Guerrilla.
Il primo affronta gli anni della rivoluzione, dallo sbarco del Gramma all'arrivo a L'Avana e alla fuga di Batista, mentre il secondo affronta gli ultimi anni del Che, dal suo viaggio a New York alla guerriglia in Bolivia dove venne tradito e ucciso dalla CIA nel 1967.
Gli attori scelti per interpretare i ruoli del Che e di Fidel sono Ignacio Del Toro e Demián Bichir e bisogna dire che dalle prime immagini pubblicate sembrano essere molto somiglianti ai due rivoluzionari. Le date precise dell'uscita dei film ancora non si conoscono ma si parla certamente del 2008.












Francesco Guccini Stagioni

Anche francesco Guccini ha Cantato Ernesto Che Guevara nel cd "Stagioni" del 2000.
La canzone ha lo stesso titolo dell'album e descrive la reazione dei giovani del 1967 quando hanno appreso la notizia della morte del Che.
In realtà in questa canzone Guccini canta i propri ricordi, descrive le proprie emozioni e lo fa in modo vivido, tangibile. Dice che di questa canzone ha scritto una strofa proprio nel 1967, podo dopo aver avuto la triste notizia, ma la mette via, non completa l'opera. Alla fine degli anni '90 la canta durante una festa in casa, con amici e piace subito a tutti. Qualche tempo dopo, durante un concerto, dopo aver visto alcuni ragazzi che indossavano una maglietta con l'immagine del Che decise di dedicare loro quella strofa. Racconta che venne giù il Palasport.
[...] "Tutti mi hanno detto che non sarebbe stato male finire la canzone. È stata dura: sono dovuto tornare indietro con un lungo flash-back, creando un parallelo tra quella generazione e questa [...] ho scritto questa canzone Perché sentivo il forte bisogno, in un momento in cui la sinistra è contestata e - soprattutto - contrastata, di riaffermare il mio credo [...] io sono di sinistra, non sono un reazionario, non mi sono arreso. Devo però ammettere che, se non fossi stato spinto, non avrei mai concluso Stagioni".

giovedì 10 gennaio 2008

Loredana Bertè: inno a Che Guevara

Non vi nascondo la mia passione per un'artista così anticonvenzionale e dissacrante come Loredana Bertè. Conosco un pò tutte le sue canzoni, ma ce n'è una che trovo semplicemente straordinaria, un'inno appassionato alla figura di Che Guevara. "Comandante Che" è contenuta nell'album "Ufficialmente Dispersi" del 1993, non è tra le canzoni più conosciute della Bertè, ma vi garantisco che io la ascolterei ininterrottamente dalla mattina alla sera. Sentite un pò e ditemi che ne pensate...



...Che ne dite, la proponiamo come inno nazionale???

lunedì 7 gennaio 2008

Fausto Bertinotti torna in Sud America

Dopo aver incontrato, nel 2007, Lula, Khirchner e Michelle Bachelet (rispettivamente presidenti di Brasile, Argentina e Cile), il Presidente della Camera Fausto Bertinotti torna in Sud America per incontrare Hugo Chavez, Evo Morales, Rafael Correa e Alan Garcia (presidenti di Venezuela, Bolivia, Ecuador e Perù).
Sarà un viaggio nei paesi simbolo della sinistra mondiale: la Bolivia, dove fu tradito ed assassinato Ernesto Che Guevara; il Perù che ha visto le ribellioni delle popolazioni Inca; Ecuador (Quito) e Venezuela che, insieme ai territori della Nuova Grenada, costituivano la "Repubblica della Grande Colombia" creata da Simon Bolivar nel 1819 e ratificata dal Congresso di Cùcuta nel 1921. Bertinotti ha detto a Panorama che "questo secondo viaggio in America latina rappresenta il completamento di una nuova stagione nei rapporti fra Italia, Europa e Sud America. Una nuova stagione che mette fine a un periodo di una qualche distrazione su questa materia. Questo secondo viaggio vuole anche valorizzare un nuovo protagonismo sulla scena mondiale". [...] "Appena un anno fa, nel primo viaggio nella parte meridionale di quel continente, è stato possibile vedere da vicino esperienze di grandi paesi, abbiamo visto fiorire e sviluppare rapporti di amicizia, abbiamo capito e toccato con mano il punto di forza di un rinascimento che riguarda, pur tra tante difficoltà, tutta quella parte del mondo" [...] "Si vuole indagare la questione indigena, di particolare interesse storico e culturale. La questione indigena riveste un peso e un'importanza di primo piano nelle vicende dell'America Latina e riguarda direttamente i problemi dell'integrazione e del riconoscimento delle diversità. Termini che sono fondamentali perchè appartengono alla sfera mondiale della politica. E riguardano in primo luogo anche l'Europa. Stiamo parlando di convivenza, di coesistenza. Per dirla diversamente, si sta parlando del grande tema della nuova cittadinanza".
Questo viaggio sarà un insieme di incontri istituzionali e di immersioni nella vita reale.
A La Paz, in Bolivia visiterà il progetto dell'UNICEF Fortalecimiento de las defensoriasde la niñez e si confronterà con le ONG (Organizzazioni Non Governative) italiane che lavorano sul territorio.
A Lima, in Perù, inaugurerà un affresco di Mazzini sul muro esterno dell'ambasciata italiana è visiterà l'impresa sociale YoPer per la produzione di panetterie e pasticceria, che già sta dando ottimi risultati in termini di vendite, finalizzata al finanziamento della Casa del Sorriso contro la prostituzione minorile a Lima.
A Quito si occuperà di debito pubblico. E' previsto un incontro presso il fondo italoecuadoriano che si occupa di gestire il debito bilaterale di 27 milioni di dollari.

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