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lunedì 14 gennaio 2008

Cuba, si avvicinano le elezioni.

Domenica 20 gennaio a Cuba si svolgeranno le elezioni. Mediante voto diretto e segreto i cubani eleggeranno i leader dei Governi Provinciali e i Deputati dell'Assemblea Nazionale (AN). Questi ultimi selezioneranno tra loro, a marzo, il Capo dello Stato e del Governo Nazionale, incarichi che occupa Fidel Castro da sempre nella Cuba post-rivoluzionaria.
Ieri Ricardo Alarcòn ha chiamato il popolo cubano ad esercitare un voto unito come segnale di forza contro il governo degli Stati Uniti che ha quintuplicato le risorse destinate a finanziare l'opposizione interna al paese.
Fidel Castro, 81 anni, convalescente da una serie di interventi chirurgici, che ha ceduto il potere al fratello quasi un anno e mezzo fa, è nuovamente candidato ma non si sa se ha intenzione di farsi rieleggere Presidente o se aprirà la strada alle nuove generazioni come lui stesso ha più volte affermato.
La metà degli aspiranti ai due livelli direttivi sono assessori proposti dalle assemblee di quartiere ed eletti nelle consultazioni comunali dello scorso ottobre, l'altra metà, alla quale appartiene Castro ed altri leader storici della Rivoluzione, sono scelti da organizzazioni sociali vicine al Partito Comunista.
La opposizione ha invitato all'astensione o all'annullamento del voto scrivendo sulle schede frasi antigovernative. Nelle elezioni di inizio ottobre la affluenza al voto fu del 96.5% degli aventi diritto, il 3.93% delle schede sono risultate bianche, e il 3.08 erano nulle.
Per essere eletti i candidati devono ottenere il 50%+1 dei voti.
Io non so chi vincerà, se sarà confermato Fidel Castro o se davvero si aprirà una nuova epoca per l'isola... di una cosa sono certo: voglio una Cuba libera. Libera dagli assolutismi, libera dall'embargo, libera di autodeterminarsi come Nazione indipendente e sovrana.

martedì 8 gennaio 2008

8 gennaio 1959 Fidel Castro fa il suo primo discorso a L'Avana

L'8 gennaio del 1959 il Comandante e leader della Rivoluzione fece il suo primo discorso a L'Avana, una settimana dopo che il dittatore Fulgencio Batista scappò dal paese incalzato dalle truppe dei liberatori.
Fidel, con quella che fu definita la "carovana della libertà" partì da Santiago di Cuba e attraversò l'isola fino alla capitale dove fu ricevuto da un popolo la cui allegria era immensa. Alle spalle avevano la lunga notte della corruzione, la tortura, la morte, la discriminazione razziale, la fame, la politica politicante.
La felicità si rispecchiava nei visi ascoltando il giovane barbuto nell'antico quartiere Columbia. Quell'uomo di appena 33 anni esprimeva idee, concetti, del tutto diversi da quelli dei discorsi dei politici tradizionali. Prevedeva che gli anni a venire sarebbero stati difficili, che il futuro del paese non sarebbe stato facile.
Sottolineando che dire la verità è il primo dovere di un rivoluzionario, Fidel disse che "rimane molto ancora da fare. Noi non dobbiamo illuderci credendo che nell'immediato tutto sarà facile; magari tutto sarà più difficile di quanto possiamo immaginare".
In questi 50 anni la Rivoluzione ha attraversato momenti molto difficili. Gli Stati Uniti hanno utilizzato i metodi più crudeli per impossessarsi dell'isola e per trasformarla in una nuova colonia, hanno cercato di sottomettere la coraggiosa popolazione cubana attraverso la paura, con attentati, sabotaggi, tentativi di invasione e per mezzo del più duraturo e crudele embargo economico, finanziario e commerciale che la storia umana abbia mai visto.

domenica 6 gennaio 2008

Cuba: tasso di mortalità infantile più basso di quello degli Stati Uniti

Cuba chiude il 2007 con un tasso di mortalità infantile del 5,3 per mille.
Secondo i dati pubblicati dall' ONU la media mondiale è del 52 per mille e quella dell'America Latina è del 26 per mille, mentre quella degli Stati Uniti è del 6 per mille.
Considerando il dato degli Stati Uniti non si può non considerare il fatto che fra la popolazione nera non ispanica la mortalità infantile media è del 13 per mille mentre fra i bianchi è notevolmente più bassa.
Un indice di mortalità infantile così basso è dovuto al fatto che a Cuba il sistema sanitario è accessibile a tutti ed è gratuito per tutta la popolazione. Inoltre le massicce campagne di vaccinazione, sia della popolazione infantile che di quella senile, realizzate nonostante l'embargo criminale degli Stati Uniti contro Cuba, dimostrano il livello di attenzione che il Governo pone nei confronti delle categorie più deboli.
Gli indicatori della mortalità infantile nella Cuba prerivoluzionaria raggiungevano i 60 bambini morti ogni mille nati.

giovedì 3 gennaio 2008

Barack Obama vs Hillary Clinton su Cuba













Barack Obama e Hillary Clinton sono i due candidati di punta del partito democratico che, dopo sette anni di governo scellerato del repubblicano George Bush, dovrebbe vincere le elezioni presidenziali del 2008 negli Stati Uniti.
Entrambi, nelle loro campagne elettorali, si sono pronunciati sui rapporti fra USA e Cuba.
Obama ha dichiarato che le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro L'isola caraibica, che anno dopo anno vanno intensificandosi, devono essere eliminate sia perchè inumane sia perchè si sono dimostrate inefficaci. Ha promesso che, come presidente, concederà diritti illimitati ai cubano-americani per visitare le loro famiglie residenti a Cuba e mandare loro denaro.
Si è dichiarato disponibile a normalizzare le ralzioni fra i due stati e ad ammorbidire l'embargo che è andato inasprendosi negli ultimi cinquanta anni.
Barack Obama è il primo candidato alla Casa Bianca che si dichiara favorevola alla fine dell'embargo dell'impero contro Cuba.
Hillary Clinton, che deve gratificare i suoi finanziatori di estrema destra, eredi dell'ex dittatore di Cuba Fulgencio Batista, ha definito le dichiarazioni di Obama sull'embargo "irresponsabili ed ingenue". Ha inoltre affermato che le sanzioni economiche contro l'Isla Grande devono essere mantenute. D'altra parte fu proprio suo marito, con il suo appoggio, a firmare nel 1996 la criminale legge Helms-Burton. Legge che aveva insensatamente carattere retroattivo e valore extraterritoriale.
In poche parole, dando uno sguardo alle dichiarazioni dei due candidati, andando oltre la questione cubana, pare che la Clinton rappresenti il mantenimento della politica del passato e che Obama sia il nuovo, la volontà di fare piazza pulita e di ricominciare da zero.
Da parte sua Fidel Castro, in una nota del 27 agosto 2007 ha dichiarato criticamente che, pur essendo sicuro che vinceranno i democratici, "i due candidati di punta si sentono in dovere di esigere un governo democratico a cuba, non stanno facendo politica ma stanno giocando a carte una domenica pomeriggio".

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