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mercoledì 16 gennaio 2008

Bush: guerra al terrorismo nel mondo, ma...non a Cuba!

Non so quanti di voi conoscono la tragica vicenda di cui vi sto per parlare. Si sa, i media italiani e tutto l'apparato governativo sono da sempre ben attenti a filtrare e censurare tutte le informazioni che ci arrivano, nell'intento di plasmare il nostro pensiero sulla base dei loro interessi. Io confesso la mia ignoranza sull'argomento fino a che non ho deciso di fare il mio primo viaggio a Cuba: non che prima fossi facilmente "plasmabile", ero solo disinformato.

Lo sapevate che da oltre quarant’anni negli Stati Uniti vengono progettate, finanziate, promosse, favorite e attuate azioni terroristiche contro Cuba? Tali azioni vanno dall’invasione armata all’assassinio dei dirigenti della Rivoluzione, dagli attentati contro persone o beni alla diffusione di malattie epidemiche, dalle trasmissioni radio-televisive illegali che incitano a commettere atti criminali o di guerra, al finanziamento e all’addestramento di gruppi paramilitari per azioni armate sul territorio cubano. Tutto questo è o non è terrorismo?
Questa situazione ha avuto e continua ad avere un costo per Cuba. Finora i danni materiali ammontano a circa 54.000 milioni di dollari. Per i danni al popolo cubano non si possono fare stime in dollari: le 3.478 vittime o i 2099 feriti si possono solo contare e si può solo condividere il dolore arrecato alle famiglie e al popolo cubano.
Ma, ancora oggi, dopo la tragedia che l’11 settembre 2001 ha colpito il popolo degli Stati Uniti e dopo che il Governo degli Stati Uniti dichiara e attua una guerra mondiale prolungata e indefinita contro il terrorismo presentandola come una guerra umanitaria, per la libertà, la democrazia e i diritti violati, c’è una situazione paradossale che continua. A Miami, Florida, sono stati incarcerati cinque cittadini cubani che raccoglievano informazioni sui gruppi paramilitari e sulle attività della mafia cubano-americana, per prevenire atti di terrorismo e difendere il proprio popolo dalle aggressioni e dalla morte. L’accusa nei loro confronti è stata quella di avere messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. I giudici di Miami, condizionati dalla mafia della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, hanno emesso questa sentenza: due ergastoli e 15 anni di carcere a Gerardo Hernandez; ergastolo a Ramón Labañino; ergastolo ad Antonio Guerrero; 19 anni di carcere a Fernando González; 15 anni di carcere a René González. Come se questo non bastasse, gli Stati Uniti hanno inserito Cuba nella lista degli 80 paesi che, secondo loro, hanno connivenze con il terrorismo: siamo arrivati alla situazione incredibile per cui negli Stati Uniti, dove da decenni si organizza il terrorismo contro Cuba con la complicità di apparati dello Stato (la C.I.A.) vengono condannati cittadini cubani che indagavano su piani terroristici e sono giudicati, dalla giustizia nordamericana, come terroristi. Ma la giustizia degli Stati Uniti, non accuserebbe e non condannerebbe mai un cittadino di qualunque paese che offrisse informazioni su azioni di terrorismo in preparazione contro di loro, o contro le proprie Ambasciate, o che potrebbero costare la vita di cittadini nordamericani.
A conferma delle mostruosità dell'amministrazione Bush, mentre in nome della lotta contro il terrorismo, centinaia di migliaia di persone sono morte in Iraq ed Afghanistan, ed altre –arbitrariamente detenute - sono torturate ad Abu Ghraib e a Guantánamo, il governo degli Stati Uniti protegge il più noto terrorista dell'emisfero occidentale, tenta di ingannare l'opinione pubblica con interminabili manovre pseudolegali e si rifiuta di giudicarlo per i suoi veri crimini. Sto parlando di Luis Posada Carriles. Questo criminale è stato accusato e sottoposto ad un giudizio incompiuto in Venezuela per l'attentato nel 1976 contro un aeroplano civile dove morirono settantatre persone. Dopo essere scappato dalle carceri venezuelane, nel 1982, ha lavorato al servizio della CIA per l'operazione conosciuta come "Contro-Iran" e nell'implementazione del genocida Piano Condor. Successivamente, nel 1997, preparò una serie di atti terroristici contro hotel di L'Avana – in uno dei quali perse la vita il giovane turista italiano Fabio Di Celmo - e, nel 2000, il progetto di attentato contro il presidente Fidel Castro all'Università di Panama. Questo, in sintesi, il suo curriculum vitae!
Nel marzo del 2005 Posada Carriles entrò illegalmente negli Stati Uniti. Solo dopo reiterate denunce pubbliche che rivelavano la presenza di questo criminale sul suo territorio, il governo di George W. Bush ha proceduto alla sua detenzione ed all'accusa ridicola per delitti migratori e per falsa attestazione, senza minimamente alludere al terrorismo.
Col trattamento concesso a Posada Carriles, le autorità nordamericane, incalzate dai gruppi estremisti cubani del sud della Florida, hanno messo in assoluta evidenza la doppia morale della propria guerra contro il terrorismo in nome della quale torturano, sequestrano e bombardano. Allo stesso tempo, come hanno denunciato numerosi fori internazionali ed istituzioni delle Nazioni Unite, cinque attivisti antiterroristi cubani rimangono ingiustamente imprigionati negli Stati Uniti, sottomessi, insieme ai loro parenti, ad un trattamento crudele e discriminatorio e Luis Posada Carriles (scontata la sua ridicola pena, frutto degli altrettanti ridicoli capi d'accusa nei suoi confronti!) se ne va nuovamente a spasso.
Le persone oneste, che alzano la loro voce contro la guerra nel mondo e contro il terrorismo, non possono non vedere in tutto ciò la prova inconfutabile della totale mancanza di etica dell'attuale governo di Washington.
Per questo, vi chiedo di sottoscrivere in massa, all'indirizzo http://www.porlajusticia.cu/ , la campagna per la liberazione dei 5 patrioti cubani illegalmente detenuti negli USA e per esigere che il governo degli Stati Uniti, in compimento dei suoi obblighi internazionali, processi Luis Posada Carriles per tutti i suoi crimini o risponda al sollecito di estradizione che ha fatto il Venezuela e che finora non ha ricevuto alcuna risposta.

martedì 8 gennaio 2008

8 gennaio 1959 Fidel Castro fa il suo primo discorso a L'Avana

L'8 gennaio del 1959 il Comandante e leader della Rivoluzione fece il suo primo discorso a L'Avana, una settimana dopo che il dittatore Fulgencio Batista scappò dal paese incalzato dalle truppe dei liberatori.
Fidel, con quella che fu definita la "carovana della libertà" partì da Santiago di Cuba e attraversò l'isola fino alla capitale dove fu ricevuto da un popolo la cui allegria era immensa. Alle spalle avevano la lunga notte della corruzione, la tortura, la morte, la discriminazione razziale, la fame, la politica politicante.
La felicità si rispecchiava nei visi ascoltando il giovane barbuto nell'antico quartiere Columbia. Quell'uomo di appena 33 anni esprimeva idee, concetti, del tutto diversi da quelli dei discorsi dei politici tradizionali. Prevedeva che gli anni a venire sarebbero stati difficili, che il futuro del paese non sarebbe stato facile.
Sottolineando che dire la verità è il primo dovere di un rivoluzionario, Fidel disse che "rimane molto ancora da fare. Noi non dobbiamo illuderci credendo che nell'immediato tutto sarà facile; magari tutto sarà più difficile di quanto possiamo immaginare".
In questi 50 anni la Rivoluzione ha attraversato momenti molto difficili. Gli Stati Uniti hanno utilizzato i metodi più crudeli per impossessarsi dell'isola e per trasformarla in una nuova colonia, hanno cercato di sottomettere la coraggiosa popolazione cubana attraverso la paura, con attentati, sabotaggi, tentativi di invasione e per mezzo del più duraturo e crudele embargo economico, finanziario e commerciale che la storia umana abbia mai visto.

venerdì 4 gennaio 2008

E' morto Lisandro Otero

La notte scorsa è morto a L'Avana all'età di 75 anni lo scrittore Lisandro Otero.
Scrittore, diplomatico, giornalista, ha pubblicato romanzi, novelle e saggi tradotti in quattordici lingue.
Attualmente presidente dell'Accademia Cubana della Lingua era considerato uno dei più importanti esponenti della narrativa cubana contemporanea.
Nasce a L'Avana nel 1932 dove frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia proprio nel periodo in cui Fidel Castro diventava leader dei movimenti studenteschi contro la dittatura di Batista. Nel 1954 si trasferisce a Parigi e frequenta per due anni la Sorbona.
Rientra a L'Avana per prendere parte alla Rivoluzione, ormai iniziata, in qualità di giornalista.
Dopo la fuga di Batista e la vittoria di Castro diventa sindaco della città.
Fondò il Premio letterario "Casas de las Americas".
Il suo romanzo più famoso, Bolero, tradotto in otto lingue, è stato pubblicato in Italia nel 1992 dalle Edizioni del Lavoro.
Di Fidel Castro ha detto: "[...]ha insegnato ad una generazione di latinoamericani a pensare diversamente e ha guidato il suo paese con fermezza e coraggio attraverso un labirinto di trappole e contraddizioni, originando nella piccola isola caraibica, a dispetto dell'ostilità e del boicottaggio USA, uno spazio di decenza dove la gente può vivere con dignità".
Nel rispetto delle sue volontà la salma sarà cremata.
Il quotidiano di Cuba Juventud Rebelde annuncia che prossimamente l'Istituto Cubano del Libro, l'Unione Nazionale di Scrittori e Artisti di Cuba e l'Accademia Cubana della Lingua tributeranno il giusto omaggio a questa celebre figura della cultura cubana.

martedì 1 gennaio 2008

Fidel Castro: messaggio di inizio d'anno al popolo cubano

Ecco il messaggio di inizio d'anno di Fidel Castro letto alla televisione cubana.

CARISSIMI COMPATRIOTI:

Fra poche ore si compirà un altro anniversario di quell'alba meravigliosa, sono 49 anni di trionfo della nostra Rivoluzione.

Nonostante la tirannia yanqui continuiamo il lungo e ripido cammino. Grazie alla nobiltà ed all'abnegazione del popolo Cubano, ai suoi operai ed agli altri lavoratori manuali ed intellettuali, ai suoi contadini e studenti, uomini e donne, bambini, anziani e cittadini di tutte le età, alfabetizzati o analfabeti, Cuba fu per la prima volta padrona del suo destino.

Se ho il raro privilegio di rivolgermi nuovamente a voi è perché avete visto in questo compatriota una persona che ha sempre detto la verità.

Non è un merito esserne onorato, ma un dovere sacro.

Trascorsa l'alba rimarrà indietro il 49° anno della Rivoluzione e entreremo pienamente nel 50° anno, che simbolizzerà il mezzo secolo di resistenza eroica.

Proclamiamo al mondo con orgoglio questo record che ci fa creditori del più giusto dei reclami: che si rispetti il diritto alla vita ed alla sana allegria della nostra Patria.


Per questo diritto lotteremo fino alla morte. Per i cubani, più di un secolo fa lo proclamò Martì: "Patria è umanità!"












Fidel Castro Ruz
Diciembre 31 de 2007
6 y 10 p.m.

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