Non so quanti di voi conoscono la tragica vicenda di cui vi sto per parlare. Si sa, i media italiani e tutto l'apparato governativo sono da sempre ben attenti a filtrare e censurare tutte le informazioni che ci arrivano, nell'intento di plasmare il nostro pensiero sulla base dei loro interessi. Io confesso la mia ignoranza sull'argomento fino a che non ho deciso di fare il mio primo viaggio a Cuba: non che prima fossi facilmente "plasmabile", ero solo disinformato.
Lo sapevate che da oltre quarant’anni negli Stati Uniti vengono progettate, finanziate, promosse, favorite e attuate azioni terroristiche contro Cuba? Tali azioni vanno dall’invasione armata all’assassinio dei dirigenti della Rivoluzione, dagli attentati contro persone o beni alla diffusione di malattie epidemiche, dalle trasmissioni radio-televisive illegali che incitano a commettere atti criminali o di guerra, al finanziamento e all’addestramento di gruppi paramilitari per azioni armate sul territorio cubano. Tutto questo è o non è terrorismo?
Questa situazione ha avuto e continua ad avere un costo per Cuba. Finora i danni materiali ammontano a circa 54.000 milioni di dollari. Per i danni al popolo cubano non si possono fare stime in dollari: le 3.478 vittime o i 2099 feriti si possono solo contare e si può solo condividere il dolore arrecato alle famiglie e al popolo cubano.
Ma, ancora oggi, dopo la tragedia che l’11 settembre 2001 ha colpito il popolo degli Stati Uniti e dopo che il Governo degli Stati Uniti dichiara e attua una guerra mondiale prolungata e indefinita contro il terrorismo presentandola come una guerra umanitaria, per la libertà, la democrazia e i diritti violati, c’è una situazione paradossale che continua. A Miami, Florida, sono stati incarcerati cinque cittadini cubani che raccoglievano informazioni sui gruppi paramilitari e sulle attività della mafia cubano-americana, per prevenire atti di terrorismo e difendere il proprio popolo dalle aggressioni e dalla morte. L’accusa nei loro confronti è stata quella di avere messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. I giudici di Miami, condizionati dalla mafia della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, hanno emesso questa sentenza: due ergastoli e 15 anni di carcere a Gerardo Hernandez; ergastolo a Ramón Labañino; ergastolo ad Antonio Guerrero; 19 anni di carcere a Fernando González; 15 anni di carcere a René González. Come se questo non bastasse, gli Stati Uniti hanno inserito Cuba nella lista degli 80 paesi che, secondo loro, hanno connivenze con il terrorismo: siamo arrivati alla situazione incredibile per cui negli Stati Uniti, dove da decenni si organizza il terrorismo contro Cuba con la complicità di apparati dello Stato (la C.I.A.) vengono condannati cittadini cubani che indagavano su piani terroristici e sono giudicati, dalla giustizia nordamericana, come terroristi. Ma la giustizia degli Stati Uniti, non accuserebbe e non condannerebbe mai un cittadino di qualunque paese che offrisse informazioni su azioni di terrorismo in preparazione contro di loro, o contro le proprie Ambasciate, o che potrebbero costare la vita di cittadini nordamericani.
A conferma delle mostruosità dell'amministrazione Bush, mentre in nome della lotta contro il terrorismo, centinaia di migliaia di persone sono morte in Iraq ed Afghanistan, ed altre –arbitrariamente detenute - sono torturate ad Abu Ghraib e a Guantánamo, il governo degli Stati Uniti protegge il più noto terrorista dell'emisfero occidentale, tenta di ingannare l'opinione pubblica con interminabili manovre pseudolegali e si rifiuta di giudicarlo per i suoi veri crimini. Sto parlando di Luis Posada Carriles. Questo criminale è stato accusato e sottoposto ad un giudizio incompiuto in Venezuela per l'attentato nel 1976 contro un aeroplano civile dove morirono settantatre persone. Dopo essere scappato dalle carceri venezuelane, nel 1982, ha lavorato al servizio della CIA per l'operazione conosciuta come "Contro-Iran" e nell'implementazione del genocida Piano Condor. Successivamente, nel 1997, preparò una serie di atti terroristici contro hotel di L'Avana – in uno dei quali perse la vita il giovane turista italiano Fabio Di Celmo - e, nel 2000, il progetto di attentato contro il presidente Fidel Castro all'Università di Panama. Questo, in sintesi, il suo curriculum vitae!
Nel marzo del 2005 Posada Carriles entrò illegalmente negli Stati Uniti. Solo dopo reiterate denunce pubbliche che rivelavano la presenza di questo criminale sul suo territorio, il governo di George W. Bush ha proceduto alla sua detenzione ed all'accusa ridicola per delitti migratori e per falsa attestazione, senza minimamente alludere al terrorismo.
Col trattamento concesso a Posada Carriles, le autorità nordamericane, incalzate dai gruppi estremisti cubani del sud della Florida, hanno messo in assoluta evidenza la doppia morale della propria guerra contro il terrorismo in nome della quale torturano, sequestrano e bombardano. Allo stesso tempo, come hanno denunciato numerosi fori internazionali ed istituzioni delle Nazioni Unite, cinque attivisti antiterroristi cubani rimangono ingiustamente imprigionati negli Stati Uniti, sottomessi, insieme ai loro parenti, ad un trattamento crudele e discriminatorio e Luis Posada Carriles (scontata la sua ridicola pena, frutto degli altrettanti ridicoli capi d'accusa nei suoi confronti!) se ne va nuovamente a spasso.
Le persone oneste, che alzano la loro voce contro la guerra nel mondo e contro il terrorismo, non possono non vedere in tutto ciò la prova inconfutabile della totale mancanza di etica dell'attuale governo di Washington.
Per questo, vi chiedo di sottoscrivere in massa, all'indirizzo http://www.porlajusticia.cu/ , la campagna per la liberazione dei 5 patrioti cubani illegalmente detenuti negli USA e per esigere che il governo degli Stati Uniti, in compimento dei suoi obblighi internazionali, processi Luis Posada Carriles per tutti i suoi crimini o risponda al sollecito di estradizione che ha fatto il Venezuela e che finora non ha ricevuto alcuna risposta.
mercoledì 16 gennaio 2008
Bush: guerra al terrorismo nel mondo, ma...non a Cuba!
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