Son trascorsi oramai 4 anni dal mio primo viaggio a L'Avana. Soggiorno stupendo ovviamen- te, gente meraviglio-sa, clima tropicale, spiaggia, mare, rum e salsa, ma un fatto in particolare mi è rimasto impresso. Parto dall'inizio. Il soggiorno sarebbe durato 14 giorni. Già il secondo giorno decidiamo (io e Gà!) di andare in spiaggia, precisamente Mi Cayito, meta consigliataci dalle nostre prime conoscenze cubane. Ebbene, arriviamo e notiamo che stavano costruendo un piccolo "baracchino" adiacente alla spiaggia per dare un pò di ristoro ai bagnanti , dove poter gustare un panino o del pollo fritto, magari sorseggiando una birra o una piñacolada preparata al momento. Fin qui niente di strano. Ora, la cosa strana è che, per i seguenti 12 giorni abbiam continuato ad andare in spiaggia, ma la costruzione del "baracchino" rimaneva pressochè al punto di partenza: eppure, si trattava solo di tirar su quattro tavole di legno su una pedana e ricoprirle con delle palme! Tutto questo per farvi capire lo spirito eternamente rilassato e poco incline allo stress dei cubani, alla faccia del capitalismo e della produttività a tutti i costi: niente fretta, il resto "mañana"! A tal proposito mi viene in mente un proverbio che mi hanno inculcato sin da piccolo: "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi!". Col cavolo!!! Io a Cuba dovevo nascere!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento