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venerdì 20 giugno 2008

Lo aveva scritto il 28 marzo del 2007....più di un anno fa!!!


Condannati a morte prematura per fame e sete più di 3.000 milioni di persone nel mondo

Non si tratta di una cifra esagerata; è molto prudente. Ho meditato abbastanza su questo dopo la riunione del presidente Bush con i fabbricanti nordamericani di automobili.

L’idea sinistra di convertire gli alimenti in combustibile é stata definitivamente sancita come linea economica della politica estera degli Stati Uniti lo scorso lunedì 26 marzo.

Un comunicato della AP, agenzia di informazione nordamericana che giunge in tutti gli angoli del mondo, dice testualmente:

“WASHINGTON, 26 marzo (AP). Il presidente Gorge W. Bush ha elogiato lunedì i benefici delle automobili che funzionano con etanolo e biodiesel, nel corso di una riunione con fabbricanti di automobili, nella quale ha cercato di dare impulso ai suoi piani sui combustibili alternativi.”

“Bush ha detto che un accordo tra i leader dell’industria automobilistica nazionale per duplicare la produzione di veicoli a combustibile alternativo contribuirebbe all’abbandono, da parte degli automobilisti, dei motori che funzionano con benzina e ridurrebbe la dipendenza del paese dal petrolio di importazione.”

“Questo è un grande avanzamento del paese, ha detto Bush ispezionando tre veicoli a combustibile alternativo. Se la nazione vuole ridurre il consumo di benzina, il consumatore deve avere la possibilità di prendere una decisione razionale.”

“Il Presidente ha sollecitato il Congresso ad approvare rapidamente una legislazione che il governo ha recentemente proposto per predisporre l’uso di 132.000 milioni di litri di combustibili alternativi per il 2017 e per imporre standard più esigenti di risparmio di combustibile nelle automobili.”

“Bush si è riunito con il presidente del consiglio e direttore generale di General Motors Rich Wagoner; con il direttore di Ford Motor Alan Mulally e con il direttore generale del gruppo Chrysler della Daimler Chrysler Tom LaSorda.”

“I partecipanti all’incontro hanno discusso i provvedimenti per appoggiare la produzione di veicoli a combustibile alternativo, i propositi di produrre etanolo a partire da fonti come l’erba o la segatura, e una proposta di ridurre del 20% il consumo di benzina in 10 anni.”

“Le discussioni si sono svolte in un momento in cui è salito il prezzo della benzina. L’ultimo studio della organizzazione Lundberg Survey ha evidenziato che il prezzo medio nazionale della benzina è salito di 6 centesimi per gallone (3,78 litri) nelle ultime due settimane.”

Penso che ridurre e per di più riciclare tutti i motori che consumano elettricità e combustibili sia una necessità elementare e urgente per tutta l’umanità. La tragedia non consiste nel ridurre questo consumo di energia, ma nell’idea di convertire gli alimenti in combustibile.

Oggi si sa con estrema precisione che una tonnellata di mais può produrre solo 413 litri di etanolo in media.

Il prezzo medio del mais nei porti degli Stati Uniti raggiunge i 167 dollari la tonnellata. Pertanto servono 320 milioni di tonnellate di mais per produrre 35000 milioni di galloni di etanolo.

Secondo dati della Fao il raccolto di mais degli USA nell’anno 2005 ha raggiunto le 280,2 milioni di tonnellate.

Nonostante il Presidente abbia parlato di produrre combustibile partendo da erba o da trucioli di legno, chiunque comprende che sono frasi assolutamente carenti di realismo. Capite bene: 35.000 milioni di galloni significa un 35 seguito da nove zeri!

Verranno poi begli esempi di cosa otterranno nella produttività per uomo per ettaro i contadini degli USA esperti e ben organizzati: il mais convertito in etanolo; i residui di quel mais trasformato in alimenti per animali con il 26% di proteine; gli escrementi del bestiame utilizzati come materia prima per la produzione di gas. Questo è indubbiamente solo alla portata delle imprese più potenti, nelle quali tutto si deve muovere sulla base del consumo di elettricità e di combustibili. Applicate questa ricetta ai paesi del Terzo Mondo e vedrete quante persone delle masse affamate del nostro pianeta smetteranno di consumare mais. O peggio: finanziate i paesi poveri per produrre etanolo dal mais o da qualsiasi altro tipo di alimento e non rimarrà un solo albero a difendere l’umanità dal cambio climatico.

Altri paesi del mondo ricco programmano di usare non solo il mais, ma anche grano, semi di girasole, colza e altri alimenti per dedicarli alla produzione di combustibili. Per gli europei, per esempio, sarebbe un affare importare tutta la soia del mondo per ridurre il costo del combustibile delle sue automobili e alimentare i suoi animali con i residui di questa leguminose, particolarmente ricca di tutti gli aminoacidi essenziali.

A Cuba, l’alcol si produceva come sottoprodotto dell’industria zuccheriera, dopo aver fatto tre estrazioni di zucchero dal succo di canna. Il cambio climatico sta colpendo già la nostra produzione di zucchero. Lunghi periodi di siccità si alternano a piogge record, che permettono di produrre zucchero con un rendimento adeguato in soli cento giorni, nei giorni del nostro inverno molto moderato, di modo che manca zucchero per tonnellata di canna o manca canna per ettaro a causa delle siccità prolungate nei mesi di semina e di coltivazione.

In Venezuela so che useranno l’alcol non per esportarlo, ma per migliorare la qualità ambientale del proprio combustibile. Per questo, indipendentemente dalla eccellente tecnologia brasiliana per produrre alcol, a Cuba l’impiego di questa tecnologia per la produzione diretta di alcol partendo dal succo di canna non costituisce più di un sogno o un delirio di quelli che si illudono con questa idea. Nel nostro paese, le terre dedicate alla produzione diretta di alcol possono essere molto più utili nella produzione di alimenti per il popolo e nella protezione dell’ambiente.

Tutti i paesi del mondo, ricchi e poveri, senza eccezioni, potrebbero risparmiare milioni di milioni di dollari in investimenti e combustibile semplicemente sostituendo tutte le lampadine ad incandescenza con lampadine fluorescenti, cosa che Cuba ha fatto in tutti gli angoli del paese. Questo rappresenta un respiro per resistere al cambio climatico senza ammazzare di fame le masse povere del mondo.

Come si può vedere, non uso aggettivi per qualificare il sistema e i padroni del mondo. Questo compito lo sanno svolgere eccellentemente gli esperti in informazione e gli uomini di scienze socioeconomiche e politiche onesti che abbondano nel mondo e che costantemente frugano nel presente e nel futuro della nostra specie. Basta un computer e il crescente numero di reti internet.

Oggi stiamo conoscendo per la prima volta un’economia realmente globalizzata e una potenza dominante in campo economico, politico e militare che non somiglia in nulla a la Roma degli imperatori.

Alcuni si chiederanno perché parlo di fame e sete. Rispondo: non si tratta dell’altra faccia della stessa moneta, ma di diverse facce di altre monete, come se fossero un dado con 6 facce o un poliedro con molte di più.

Mi riferisco ora ad una agenzia ufficiale di notizie, fondata nel 1945 e solitamente ben informata sulle questioni economiche e sociali del mondo: la TELAM. Ha detto testualmente:

“Nel giro di appena 18 anni circa 2 mila milioni di persone vivranno in paesi e regioni in cui l’acqua sarà un ricordo lontano. Due terzi della popolazione mondiale potrebbero vivere in luoghi dove questa scarsità produrrà tensioni sociali e economiche di tale grandezza da portare i popoli alla guerra per il prezioso “oro azzurro”.

“Nel corso degli ultimi 100 anni, il consumo di acqua è aumentato a un ritmo di più di due volte superiore al tasso di accrescimento della popolazione.”

“Secondo le statistiche del Consiglio Mondiale dell’Acqua (WWC è la sua sigla in inglese), si stima che per il 2015 il numero di abitanti colpiti da questa grave situazione raggiunga i 3.500 milioni di persone.”

“L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha celebrato il 23 marzo il Giorno Mondiale dell’Acqua, ha invitato ad affrontare da questo stesso giorno la scarsità mondiale dell’acqua sotto la coordinazione dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per la Agricoltura e l’Alimentazione (FAO), con l’obbiettivo di sottolineare la crescente importanza della mancanza d’acqua a livello mondiale e la necessità di una maggiore integrazione e cooperazione che permettano di garantire una gestione sostenibile e efficiente delle risorse idriche.”

“Molte regioni del pianeta soffrono una scarsità grave di acqua, vivendo con meno di 500 metri cubi per persona per anno. Le regioni che patiscono questa carenza cronica sono ogni volta di più.”

“Le conseguenze principali della scarsità d’acqua sono la insufficiente quantità di questo prezioso liquido per la produzione di alimenti, la impossibilità di sviluppo industriale, urbano, turistico e problemi di salute.”

Qui termina il comunicato dell’agenzia TELAM.

Evito di menzionare in questo caso altri fatti importanti, come i ghiacciai che si sciolgono in Groenlandia e nella regione antartica, i danni dell’ozonosfera e la crescente quantità di mercurio in molte specie di pesci di consumo abitale.

Ci sono altri temi che si possono affrontare, però con queste righe voglio semplicemente commentare la riunione del presidente Bush con gli esecutivi delle principali compagnie automobilistiche nordamericane.

28 marzo 2007

Fidel Castro

domenica 20 gennaio 2008

Oggi si vota a Cuba


Più di otto milioni di cubani sono chiamati oggi per eleggere i 614 deputati dell'Assemblea Nazionale che si riunirà antro 45 giorni per nominare i 31 dirigenti del Consiglio di Stato che, a loro volta, investiranno il Presidente, i Ministri e le altre cariche pubbliche.
Sono le elezioni più importanti dell'Isola dal 1959, anno del trionfo della Rivoluzione. Più del 60% dei candidati sono nati dopo questa data e non hanno visto la dittatura di Batista, molti in quegli anni erano solo dei bambini.
Che ruolo avrà Fidel Castro nel futuro Parlamento cubano?
Questa è la grande domanda che tutti si pongono soprattutto dopo che, nell'ultima "riflessione", Fidel ha ammesso di non avere forze sufficienti per parlare, e per questo scrive.
Assumerà un ruolo di leadership più carismatica che esecutiva?
Si farà completamente da parte per dare davvero spazio alle nuove generazioni?
Raul Castro, dopo avere esercitato il suo diritto di voto, ha dichiarato che questa tornata elettorale costituisce una tappa complessa "nella quale dovremo confrontarci con situazioni differenti e prendere decisioni importanti".
Il paese ha bisogno di urgenti cambiamenti nel sistema economico e sociale e dalle ultime dichiarazioni sia di Raul che di Fidel Castro sembra che se ne rendano conto anche loro.
Queste innovazioni, però devvono essere fatte dall'interno, senza ingerenze e senza violenza.

Noi siamo arrivati a Madrid pochi giorni dopo gli attentati di Atocha, in pieno periodo elettorale, quando vinse Zapatero. Fu un viaggio indimenticabile. Abbiamo parteciapto alle manifestazioni contro Aznar di fronte alla sede del PPE, abbiamo urlato slogan e portato striscioni. Pensavamo di trovare un paese in lutto ed invece abbiamo trovato una città piena di voglia di fare, di cambiare, di dare una svolta.

Ora arriviamo a Cuba, per la terza volta, proprio il 6 di marzo, giorno in cui scadono i 45 giorni che ha il Parlamento per eleggere il Consiglio di Stato ed il Presidente.
Comunque vadano le cose ci troveremo a L'Avana in un momento storico: sarà l'ultimo mandato di Fidel (81 anni e in precarie condizioni di salute non può che essere l'ultimo)o il primo anno di Cuba senza di lui?
Siamo trepidanti, non vediamo l'ora di vedere cosa troveremo. Ci saranno manifestazioni e comizi, bagni di folla e festeggiamenti....e noi saremo lì!!!

venerdì 18 gennaio 2008

"Safari", il nuovo disco di Jovanotti


Oggi, 18 gennaio 2008, esce "Safari", il nuovo album di Lorenzo Jovanotti, un disco da tutti definito bellissimo, importante, diretto, emozionante, curatissimo. Un viaggio "avventurosissimo", il più bello dei suoi 20 anni di carriera: Jovanotti descrive così il suo nuovo album "Safari", frutto di otto mesi di lavoro, dedicato al fratello scomparso in ottobre."Questo disco è una grande soddisfazione per me, sono contentissimo perché non mi sarei mai aspettato di riuscire a fare un disco così bello", ha raccontato ai giornalisti lui, all'anagrafe Lorenzo Cherubini, presentando un album che in effetti i critici annoverano tra i migliori della sua carriera.
L'album vanta collaborazioni prestigiose, da Ben Harper, che suona la chitarra in "Fango", a Sergio Mendes, da Sly e Robbi (due grandissimi della musica jamaicana), a Giuliano Sangiorgi dei Negramaro.
Ah... come sono lontani i tempi di "Gimme five"! Ma ve lo ricordate? Disimpegnato e guascone, coi suoi rap in inglese maccheronico. I suoi cappellini, le sue felpe, le sue t-shirt, i suoi giubbotti andavano a ruba tra i teen agers degli anni '80. Gli anni passano, l’incontro con la cultura nera americana, la sua conversione politica in favore di un terzomondismo rivoluzionario. Da tanto tempo oramai, Jovanotti è impegnato nella battaglia per Cuba, per le cause della sinistra, e con canzoni dove al giovanilismo di un tempo si sostituisce l’impegno ideologico. Anche quest'ultimo disco, "Safari", arriva dopo un lungo viaggio di Lorenzo in Amazzonia. Sul sito ufficiale, http://www.soleluna.com/ , trovate uno speciale.
Ieri ho avuto modo di vedere il video di "Fango", il brano di punta dell’album. L'ho trovato straordinario, così come la canzone. Se tutto il cd è così, non c'è altro da aggiungere: bravo Lorenzo, io corro a comprarlo!

mercoledì 16 gennaio 2008

Hasta siempre

Che a Cuba, soprattutto tra le nuove generazioni, la figura di Fidel Castro non sia ben vista, non sono certo io il primo a dirlo. Sarebbe da ipocriti bendarsi gli occhi e far finta che non sia così. Sono altresì convinto che le ragioni di tale dissenso siano fragili e poco empiriche dal momento che si basano esclusivamente sulla propaganda vile e illusoria degli americani e dei milioni di turisti occidentali che ogni anno invadono Cuba, quasi sempre alla ricerca di sesso facile e poco inclini a nuove esperienze socio-culturali.
Su una figura però, i cubani, giovani e meno giovani, si ritrovano tutti d'accordo. E' il loro eroe, il simbolo della lotta a favore dei poveri del mondo, il comandante che non si arrende mai: Che Guevara. Non è un caso quindi che la canzone più famosa, la più eseguita, la più ascoltata, a Cuba sia "Hasta sempre". La si sente ovunque.
La versione originale è stata scritta e cantata dal compositore Carlos Puebla nel 1965, poco dopo la lettura della Carta de despedida del Che, quando Guevara è partito per la Bolivia. Puebla, come un menestrello, ha riassunto gli eventi principali della vita del Che nelle varie strofe: Sierra Maestra, battaglia di Santa Clara, amministrazione, partenza, eredità che lascia.
Qui di seguito, vi propongo il testo e ovviamente la canzone nella sua versione originale.

Hasta Siempre! Carlos Puebla
Aprendimos a quererte
desde la historica altura
donde el sol de tu bravura
le puso cerco a la muerte.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu mano gloriosa y fuerte
desde la historia dispara
cuando todo Santa Clara
se despierta para verte.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Quien es que mando la brisa
con sol esta primavera
para plantar la bandera
con la luz de tu sonrisa?

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Tu amor revolucionario
te conduce a nueva empresa
donde esperan la firmeza
de tu brazo libertario.

Aqui se queda la clara
la entranable transparencia
de tu querida presencia
Comandante Che Guevara.

Seguiremos adelante
como junto a ti seguimos
y con Fidel te decimos:
Hasta siempre, Comandante!

Bush: guerra al terrorismo nel mondo, ma...non a Cuba!

Non so quanti di voi conoscono la tragica vicenda di cui vi sto per parlare. Si sa, i media italiani e tutto l'apparato governativo sono da sempre ben attenti a filtrare e censurare tutte le informazioni che ci arrivano, nell'intento di plasmare il nostro pensiero sulla base dei loro interessi. Io confesso la mia ignoranza sull'argomento fino a che non ho deciso di fare il mio primo viaggio a Cuba: non che prima fossi facilmente "plasmabile", ero solo disinformato.

Lo sapevate che da oltre quarant’anni negli Stati Uniti vengono progettate, finanziate, promosse, favorite e attuate azioni terroristiche contro Cuba? Tali azioni vanno dall’invasione armata all’assassinio dei dirigenti della Rivoluzione, dagli attentati contro persone o beni alla diffusione di malattie epidemiche, dalle trasmissioni radio-televisive illegali che incitano a commettere atti criminali o di guerra, al finanziamento e all’addestramento di gruppi paramilitari per azioni armate sul territorio cubano. Tutto questo è o non è terrorismo?
Questa situazione ha avuto e continua ad avere un costo per Cuba. Finora i danni materiali ammontano a circa 54.000 milioni di dollari. Per i danni al popolo cubano non si possono fare stime in dollari: le 3.478 vittime o i 2099 feriti si possono solo contare e si può solo condividere il dolore arrecato alle famiglie e al popolo cubano.
Ma, ancora oggi, dopo la tragedia che l’11 settembre 2001 ha colpito il popolo degli Stati Uniti e dopo che il Governo degli Stati Uniti dichiara e attua una guerra mondiale prolungata e indefinita contro il terrorismo presentandola come una guerra umanitaria, per la libertà, la democrazia e i diritti violati, c’è una situazione paradossale che continua. A Miami, Florida, sono stati incarcerati cinque cittadini cubani che raccoglievano informazioni sui gruppi paramilitari e sulle attività della mafia cubano-americana, per prevenire atti di terrorismo e difendere il proprio popolo dalle aggressioni e dalla morte. L’accusa nei loro confronti è stata quella di avere messo in pericolo la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. I giudici di Miami, condizionati dalla mafia della Fondazione Nazionale Cubano-Americana, hanno emesso questa sentenza: due ergastoli e 15 anni di carcere a Gerardo Hernandez; ergastolo a Ramón Labañino; ergastolo ad Antonio Guerrero; 19 anni di carcere a Fernando González; 15 anni di carcere a René González. Come se questo non bastasse, gli Stati Uniti hanno inserito Cuba nella lista degli 80 paesi che, secondo loro, hanno connivenze con il terrorismo: siamo arrivati alla situazione incredibile per cui negli Stati Uniti, dove da decenni si organizza il terrorismo contro Cuba con la complicità di apparati dello Stato (la C.I.A.) vengono condannati cittadini cubani che indagavano su piani terroristici e sono giudicati, dalla giustizia nordamericana, come terroristi. Ma la giustizia degli Stati Uniti, non accuserebbe e non condannerebbe mai un cittadino di qualunque paese che offrisse informazioni su azioni di terrorismo in preparazione contro di loro, o contro le proprie Ambasciate, o che potrebbero costare la vita di cittadini nordamericani.
A conferma delle mostruosità dell'amministrazione Bush, mentre in nome della lotta contro il terrorismo, centinaia di migliaia di persone sono morte in Iraq ed Afghanistan, ed altre –arbitrariamente detenute - sono torturate ad Abu Ghraib e a Guantánamo, il governo degli Stati Uniti protegge il più noto terrorista dell'emisfero occidentale, tenta di ingannare l'opinione pubblica con interminabili manovre pseudolegali e si rifiuta di giudicarlo per i suoi veri crimini. Sto parlando di Luis Posada Carriles. Questo criminale è stato accusato e sottoposto ad un giudizio incompiuto in Venezuela per l'attentato nel 1976 contro un aeroplano civile dove morirono settantatre persone. Dopo essere scappato dalle carceri venezuelane, nel 1982, ha lavorato al servizio della CIA per l'operazione conosciuta come "Contro-Iran" e nell'implementazione del genocida Piano Condor. Successivamente, nel 1997, preparò una serie di atti terroristici contro hotel di L'Avana – in uno dei quali perse la vita il giovane turista italiano Fabio Di Celmo - e, nel 2000, il progetto di attentato contro il presidente Fidel Castro all'Università di Panama. Questo, in sintesi, il suo curriculum vitae!
Nel marzo del 2005 Posada Carriles entrò illegalmente negli Stati Uniti. Solo dopo reiterate denunce pubbliche che rivelavano la presenza di questo criminale sul suo territorio, il governo di George W. Bush ha proceduto alla sua detenzione ed all'accusa ridicola per delitti migratori e per falsa attestazione, senza minimamente alludere al terrorismo.
Col trattamento concesso a Posada Carriles, le autorità nordamericane, incalzate dai gruppi estremisti cubani del sud della Florida, hanno messo in assoluta evidenza la doppia morale della propria guerra contro il terrorismo in nome della quale torturano, sequestrano e bombardano. Allo stesso tempo, come hanno denunciato numerosi fori internazionali ed istituzioni delle Nazioni Unite, cinque attivisti antiterroristi cubani rimangono ingiustamente imprigionati negli Stati Uniti, sottomessi, insieme ai loro parenti, ad un trattamento crudele e discriminatorio e Luis Posada Carriles (scontata la sua ridicola pena, frutto degli altrettanti ridicoli capi d'accusa nei suoi confronti!) se ne va nuovamente a spasso.
Le persone oneste, che alzano la loro voce contro la guerra nel mondo e contro il terrorismo, non possono non vedere in tutto ciò la prova inconfutabile della totale mancanza di etica dell'attuale governo di Washington.
Per questo, vi chiedo di sottoscrivere in massa, all'indirizzo http://www.porlajusticia.cu/ , la campagna per la liberazione dei 5 patrioti cubani illegalmente detenuti negli USA e per esigere che il governo degli Stati Uniti, in compimento dei suoi obblighi internazionali, processi Luis Posada Carriles per tutti i suoi crimini o risponda al sollecito di estradizione che ha fatto il Venezuela e che finora non ha ricevuto alcuna risposta.

martedì 15 gennaio 2008

Lula arriva a Cuba

Luis Ignacio Lula da Silva è arrivato a Cuba per la seconda volta da quando è Presidente del Brasile con un'agenda che tocca soprattutto la cooperazione economica e il dialogo politico fra i due paesi.
Secondo il programma ufficiale parlerà con Raùl Castro e parteciperà alla firma di accordi bilaterali che riguardano la costruzione di una fabbrica di oli lubrificanti a Cuba, l'esplorazione petrolifera del Golfo del Messico, la commercializzazione congiunta di vaccini e l'incremento della linea di credito da parte del Brasile per la vendita di alimenti all'isola caraibica.
Lula arriva a Cuba come Leader di un paese che aspira ad assumere un posto rilevante fra quelli che esportano petrolio dopo la scoperta, nell'Oceano Atlantico, di un giacimento dalla capacità stimata di 5-8 mila milioni di barili.
Il Governo Brasiliano ha annunciato l'interesse di Lula di incontrare anche Fidel Castro, ma l'incontro sarà ovviamente condizionato dallo stato di salute del Lider Maximo.
Oltre ai suoi incontri abituali con Chavez, Castro ha ricevuto, in questo ultimo anno, solo il cinese Wu Guanzehg, il leader comunista del Vietnam Nong Duc Manh e il presidente dell'Angola Josè Eduardo dos Santos.
Fidel Castro e Lula sono vecchi amici. La prima volta si sono incontrati a Managua nel 1980, nel primo anniversario della rivoluzione sandinista. Successivamente Lula andò a Cuba, nel 2001, come promotore attivo del Forum di San Paolo, il conclave dei partiti di sinistra organizzato fra la fine degli anni '90 e l'inzio di questo secolo.
Un nuovo incontro, questa volta privato, ci fu nel 2002 quando Lula, Leader del Partito dei Lavoratori, assunse la presidenza del Brasile. Un anno dopo torno sull'isola in visita ufficiale.
Nel 2005, quando la politica economica di Lula fu fortemente criticata anche dal suo stesso partito, Fidel, in un lungo discorso, ne assunse la difesa chiedendo a chi lo contestava di analizzare le alternative reali che aveva il Governo di Brasilia in campo economico.

lunedì 14 gennaio 2008

Cuba, si avvicinano le elezioni.

Domenica 20 gennaio a Cuba si svolgeranno le elezioni. Mediante voto diretto e segreto i cubani eleggeranno i leader dei Governi Provinciali e i Deputati dell'Assemblea Nazionale (AN). Questi ultimi selezioneranno tra loro, a marzo, il Capo dello Stato e del Governo Nazionale, incarichi che occupa Fidel Castro da sempre nella Cuba post-rivoluzionaria.
Ieri Ricardo Alarcòn ha chiamato il popolo cubano ad esercitare un voto unito come segnale di forza contro il governo degli Stati Uniti che ha quintuplicato le risorse destinate a finanziare l'opposizione interna al paese.
Fidel Castro, 81 anni, convalescente da una serie di interventi chirurgici, che ha ceduto il potere al fratello quasi un anno e mezzo fa, è nuovamente candidato ma non si sa se ha intenzione di farsi rieleggere Presidente o se aprirà la strada alle nuove generazioni come lui stesso ha più volte affermato.
La metà degli aspiranti ai due livelli direttivi sono assessori proposti dalle assemblee di quartiere ed eletti nelle consultazioni comunali dello scorso ottobre, l'altra metà, alla quale appartiene Castro ed altri leader storici della Rivoluzione, sono scelti da organizzazioni sociali vicine al Partito Comunista.
La opposizione ha invitato all'astensione o all'annullamento del voto scrivendo sulle schede frasi antigovernative. Nelle elezioni di inizio ottobre la affluenza al voto fu del 96.5% degli aventi diritto, il 3.93% delle schede sono risultate bianche, e il 3.08 erano nulle.
Per essere eletti i candidati devono ottenere il 50%+1 dei voti.
Io non so chi vincerà, se sarà confermato Fidel Castro o se davvero si aprirà una nuova epoca per l'isola... di una cosa sono certo: voglio una Cuba libera. Libera dagli assolutismi, libera dall'embargo, libera di autodeterminarsi come Nazione indipendente e sovrana.

domenica 13 gennaio 2008

Il Malecon - L'Avana - Cuba

Il Malecòn è il lungomare de L'Avana, lungo 8 km, fu realizzato nel 1901 sotto l'amministrazione americana.
Fiancheggia completamente i quartieri del Vedado, di Centro Habana e de L'Habana Vieja. E' definita una delle strade più belle del mondo grazie agli edifici in stile coloniale che vi si affacciano, alcuni completamente restaurati, altri ancora fatiscenti, altri ancora con i lavori in corso.
E' il centro pulsante della città, di pomeriggio è colmo di famiglie che passeggiano, di sera e di notte di giovani che, sfruttando il parapetto per starsene seduti, "cazzeggiano" facendo musica, parlando, mangiando manì (le nostre arachidi) e bevendo ròn. La domenica mattina, quando c'e' bel tempo, è pieno di gente di tutte le età, soprattutto giovani, che ne approfittano per fare un bagno nelle acque cristalline che lo lambiscono. Una passeggiata sul Malecòn è un'esperienza assolutamente unica in qualsiasi momento della giornata.
Percorrendolo da est ad ovest si incontrano: l'hospital Hermanos Ameijeiras, il più moderno della città, il monumento dedicato ad Antonio Maceo, la Cascada (dove inizia la Rampa che porta direttamente alla gelateria Coppelia dove si gusta il gelato più buono della capitale e dove ha inizio il bellissimo film di Gutierrez "Fragola e cioccolato"), il monumento dedicato alla memoria delle vittime dell'esplosione della corazzata Maine (che diede inizio alla guerra degli Stati Uniti contro la Spagna 1898), l' Hotel Nacional, il più bello de L'Avana, la statua equestre di Calixto Garcia e gli hotel Cohiba e Riviera, costruiti di fronte a quella che vine e chiama la Fuente. Alla fine si trova la Chorrera, piccola torre sul mare nei cui giardini finisce il Malecòn.

sabato 12 gennaio 2008

Che Guevara - tre lettere prima di lasciare Cuba

Prima di lasciare Cuba per andare a fare la guerriglia in Bolivia con l'intento di vincere per poter portare la Rivoluzione anche in Argentina, sua terra natale, il Comandante Ernesto Che Guevara scrisse tre lettere da cui traspare tutta la sua umanità, il suo spirito rivoluzionario, la sua grandezza.
Le pubblico senza commenti perché sarebbero superflui.

Lettera ai figli
Cari Hildita, Aleidita, Camino, Celia e Ernesto:
Se leggerete questa lettera vorrà dire che io non sarò più fra di voi. Quasi non vi ricorderete di me e i più piccoli non ricorderanno nulla. Vostro padre è stato un uomo coerente e, sicuramente è stato leale con le sue convinzioni. Crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordate che l’importante e’ la rivoluzione e che ciascuno di noi, da solo, non vale niente. Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo del vostro cuore qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo. Questa è la migliore qualità di un buon rivoluzionario. Hasta sempre figli miei, spero di vedervi ancora. Un bacio grande e un gran abbraccio da Papà.
Lettera ai genitori

Cari vecchi
Sento nuovamente sotto i miei talloni il costato di Ronzinante, torno al cammino con lo scudo al braccio. Sono passati quasi dieci anni da quando vi scrissi un’altra lettera di commiato. Da quello che ricordo mi lamentavo di non essere un soldato e un medico migliore; il secondo ormai non mi interessa più, come soldato invece non sono poi così male. Nell’essenza non è cambiato niente, ma sono molto più cosciente, il mio marxismo si è radicato e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi e sono coerente con il mio credo. Molti diranno che sono un avventuriero e in realtà lo sono ma di un tipo differente, di quelli che rischiano la propria pelle per dimostrare le proprie verità. Può essere che questa sia l’ultima. Non lo cerco però è nel calcolo delle probabilità. Se è così vi do il mio ultimo abbraccio. Vi ho voluto molto bene ma non ho saputo esprimere i miei sentimenti, sono molto rigoroso nelle mie azioni e temo che alcune volte non mi abbiate capito. E in effetti non era facile capirmi, credetemi almeno oggi. Adesso una volontà che ho levigato con meticolosità da artista sosterrà le gambe deboli e i polmoni stanchi. Lo farò. Ogni tanto ricordate questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan Martin e Parrotin, A Beatriz, a tutti. Per voi un gran abbraccio dal figliol prodigo e recalcitrante. Ernesto.

Lettera a Fidel
Fidel,
in queste ore mi tornano in mente molte cose, quando ti ho conosciuto in casa di Maria Atonia, quando mi invitasti, tutta la tensione dei preparativi. Trascorremmo alcuni giorni chiedendoci chi si doveva avvisare in caso di morte, e la possibilità reale del fatto ci colpì a tutti. D’altra parte sapevamo che era sicuro che in una rivoluzione, se è genuina, o si trionfa o si muore. Molti compagni rimasero lontani dal cammino verso la vittoria.
Oggi tutto ha un tono meno drammatico perché siamo più maturi, però il fatto si ripete. Sento che ho compiuto la mia parte di dovere che mi legava alla Rivoluzione Cubana sul suo territorio e mi commiato da te, dai compagni, dal tuo popolo che è anche il mio.

Rinuncio formalmente agli incarichi nella direzione del Partito, al mio posto di Ministro, al mio grado di Comandante, alla mia condizione di Cubano. Niente di legale mi lega a Cuba, solo vincoli di altro tipo che non si possono rompere come le nomine.

Pensando alla mia vita passata credo di aver lavorato con sufficiente onorabilità e dedizione per consolidare il trionfo rivoluzionario. Il mio unico rimpianto di una certa gravità e di non aver confidato in te dai primi momenti della Sierra Maestra, e non aver compreso con sufficiente chiarezza le tue qualità di condottiero e di rivoluzionario. Ho vissuto giorni magnifici e al tuo fianco ho sentito l’orgoglio di appartenere al nostro popolo, nei giorni luminosi e in quelli tristi della crisi dei Carabi. Poche volte ha brillato un così alto statista come in questi giorni, mi inorgoglisco anche per averti seguito senza vacillare, identificandomi con il tuo modo di pensare, di vedere, di affrontare i pericoli ed i principi.

Altre parti del mondo reclamano la partecipazione dei miei modesti sforzi. Io posso fare quello che tu ti stai negando per la tua responsabilità nei confronti di Cuba, ed è arrivato il momento di separarci.

Sappi che lo faccio con un misto di allegria e dolore, qui lascio le mie speranze più pure di costruttore e i più amati fra i miei amati… e lascio un popolo che mi ha accettato come un figlio; questo lacera una parte della mia anima.
Nei nuovi campi di battaglia porterò la fede che mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo, la consapevolezza di compiere il più sacro dei doveri: lottare contro l’imperialismo ovunque sia, questo conforta e cura ampiamente qualsiasi ferita.

Dico ancora una volta che libero Cuba da qualsiasi responsabilità, salvo quella che emana dal tuo esempio. Se giunge l’ultima ora sotto altri cieli il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e, in modo particolare, per te. Ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e per il tuo esempio al quale cercherò di essere fedele fino alle estreme conseguenze delle mie azioni. Confermo di essermi identificato sempre con la politica estera della nostra Rivoluzione, e continuo a farlo. Ovunque mi trovi sentirò la responsabilità di essere rivoluzionario Cubano, e come tale agirò. Non lascio ai miei figli né a mia moglie niente di materiale, senza rimpianto: sono contento che sia così. Non chiedo niente per loro, d'altronde lo Stato gli darà il sufficiente per vivere ed educarsi.

Avrei molte cose da dire a te e al nostro popolo, però sento che non sono necessarie, le parole non possono esprimere quello che vorrei, e non vale la pena imbrattare pagine.

Fino alla vittoria sempre. Patria o Morte!

Ti abbraccio con tutto il mio fervore rivoluzionario.

Che.
Traduzione di gà

venerdì 11 gennaio 2008

The Argentine e Guerrilla, due film di Steven Soderbergh

La prossima stagione cinematografica vedrà l'uscita di due film di Steven Soderbergh (regista fra gli altri di Ocean's 11 - 12 -13, Intrigo a Berlino, Bubble) su Ernesto Che Guevara: The Argentine e Guerrilla.
Il primo affronta gli anni della rivoluzione, dallo sbarco del Gramma all'arrivo a L'Avana e alla fuga di Batista, mentre il secondo affronta gli ultimi anni del Che, dal suo viaggio a New York alla guerriglia in Bolivia dove venne tradito e ucciso dalla CIA nel 1967.
Gli attori scelti per interpretare i ruoli del Che e di Fidel sono Ignacio Del Toro e Demián Bichir e bisogna dire che dalle prime immagini pubblicate sembrano essere molto somiglianti ai due rivoluzionari. Le date precise dell'uscita dei film ancora non si conoscono ma si parla certamente del 2008.












martedì 8 gennaio 2008

8 gennaio 1959 Fidel Castro fa il suo primo discorso a L'Avana

L'8 gennaio del 1959 il Comandante e leader della Rivoluzione fece il suo primo discorso a L'Avana, una settimana dopo che il dittatore Fulgencio Batista scappò dal paese incalzato dalle truppe dei liberatori.
Fidel, con quella che fu definita la "carovana della libertà" partì da Santiago di Cuba e attraversò l'isola fino alla capitale dove fu ricevuto da un popolo la cui allegria era immensa. Alle spalle avevano la lunga notte della corruzione, la tortura, la morte, la discriminazione razziale, la fame, la politica politicante.
La felicità si rispecchiava nei visi ascoltando il giovane barbuto nell'antico quartiere Columbia. Quell'uomo di appena 33 anni esprimeva idee, concetti, del tutto diversi da quelli dei discorsi dei politici tradizionali. Prevedeva che gli anni a venire sarebbero stati difficili, che il futuro del paese non sarebbe stato facile.
Sottolineando che dire la verità è il primo dovere di un rivoluzionario, Fidel disse che "rimane molto ancora da fare. Noi non dobbiamo illuderci credendo che nell'immediato tutto sarà facile; magari tutto sarà più difficile di quanto possiamo immaginare".
In questi 50 anni la Rivoluzione ha attraversato momenti molto difficili. Gli Stati Uniti hanno utilizzato i metodi più crudeli per impossessarsi dell'isola e per trasformarla in una nuova colonia, hanno cercato di sottomettere la coraggiosa popolazione cubana attraverso la paura, con attentati, sabotaggi, tentativi di invasione e per mezzo del più duraturo e crudele embargo economico, finanziario e commerciale che la storia umana abbia mai visto.

domenica 6 gennaio 2008

Cuba: tasso di mortalità infantile più basso di quello degli Stati Uniti

Cuba chiude il 2007 con un tasso di mortalità infantile del 5,3 per mille.
Secondo i dati pubblicati dall' ONU la media mondiale è del 52 per mille e quella dell'America Latina è del 26 per mille, mentre quella degli Stati Uniti è del 6 per mille.
Considerando il dato degli Stati Uniti non si può non considerare il fatto che fra la popolazione nera non ispanica la mortalità infantile media è del 13 per mille mentre fra i bianchi è notevolmente più bassa.
Un indice di mortalità infantile così basso è dovuto al fatto che a Cuba il sistema sanitario è accessibile a tutti ed è gratuito per tutta la popolazione. Inoltre le massicce campagne di vaccinazione, sia della popolazione infantile che di quella senile, realizzate nonostante l'embargo criminale degli Stati Uniti contro Cuba, dimostrano il livello di attenzione che il Governo pone nei confronti delle categorie più deboli.
Gli indicatori della mortalità infantile nella Cuba prerivoluzionaria raggiungevano i 60 bambini morti ogni mille nati.

sabato 5 gennaio 2008

Mi Cayito e il "baracchino" infinito!!!


Son trascorsi oramai 4 anni dal mio primo viaggio a L'Avana. Soggiorno stupendo ovviamen- te, gente meraviglio-sa, clima tropicale, spiaggia, mare, rum e salsa, ma un fatto in particolare mi è rimasto impresso. Parto dall'inizio. Il soggiorno sarebbe durato 14 giorni. Già il secondo giorno decidiamo (io e Gà!) di andare in spiaggia, precisamente Mi Cayito, meta consigliataci dalle nostre prime conoscenze cubane. Ebbene, arriviamo e notiamo che stavano costruendo un piccolo "baracchino" adiacente alla spiaggia per dare un pò di ristoro ai bagnanti , dove poter gustare un panino o del pollo fritto, magari sorseggiando una birra o una piñacolada preparata al momento. Fin qui niente di strano. Ora, la cosa strana è che, per i seguenti 12 giorni abbiam continuato ad andare in spiaggia, ma la costruzione del "baracchino" rimaneva pressochè al punto di partenza: eppure, si trattava solo di tirar su quattro tavole di legno su una pedana e ricoprirle con delle palme! Tutto questo per farvi capire lo spirito eternamente rilassato e poco incline allo stress dei cubani, alla faccia del capitalismo e della produttività a tutti i costi: niente fretta, il resto "mañana"! A tal proposito mi viene in mente un proverbio che mi hanno inculcato sin da piccolo: "Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi!". Col cavolo!!! Io a Cuba dovevo nascere!

venerdì 4 gennaio 2008

E' morto Lisandro Otero

La notte scorsa è morto a L'Avana all'età di 75 anni lo scrittore Lisandro Otero.
Scrittore, diplomatico, giornalista, ha pubblicato romanzi, novelle e saggi tradotti in quattordici lingue.
Attualmente presidente dell'Accademia Cubana della Lingua era considerato uno dei più importanti esponenti della narrativa cubana contemporanea.
Nasce a L'Avana nel 1932 dove frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia proprio nel periodo in cui Fidel Castro diventava leader dei movimenti studenteschi contro la dittatura di Batista. Nel 1954 si trasferisce a Parigi e frequenta per due anni la Sorbona.
Rientra a L'Avana per prendere parte alla Rivoluzione, ormai iniziata, in qualità di giornalista.
Dopo la fuga di Batista e la vittoria di Castro diventa sindaco della città.
Fondò il Premio letterario "Casas de las Americas".
Il suo romanzo più famoso, Bolero, tradotto in otto lingue, è stato pubblicato in Italia nel 1992 dalle Edizioni del Lavoro.
Di Fidel Castro ha detto: "[...]ha insegnato ad una generazione di latinoamericani a pensare diversamente e ha guidato il suo paese con fermezza e coraggio attraverso un labirinto di trappole e contraddizioni, originando nella piccola isola caraibica, a dispetto dell'ostilità e del boicottaggio USA, uno spazio di decenza dove la gente può vivere con dignità".
Nel rispetto delle sue volontà la salma sarà cremata.
Il quotidiano di Cuba Juventud Rebelde annuncia che prossimamente l'Istituto Cubano del Libro, l'Unione Nazionale di Scrittori e Artisti di Cuba e l'Accademia Cubana della Lingua tributeranno il giusto omaggio a questa celebre figura della cultura cubana.

Il Capitolio Nacional

La prima volta che ho visto il Capitolio Nacional a L'Avana mi ha fatto esattamente la stessa impressione che mi fece L'Altare della Patria a Roma.
Costruito nel 1929 dal dittatore Gerardo Machado, con il sostegno economico degli Stati Uniti, è una costruzione imponente del tutto simile al Campidoglio di Washington che poco ha a vedere con gli edifici in stile coloniale che lo circondano.
Alcune guide lo definiscono un capolavoro architettonico e forse da un punto di vista tecnico lo è, ma per me è un pugno in un occhio, un bravo architetto dovrebbe anche guardare l'ambiente in cui pone le sue opere.
Per costruirlo ci sono voluti tre anni, due mesi e venti giorni ed il lavoro di 5000 operai per un costo di 17 milioni di dollari.
Fino al 1959 ha ospitato la Camera dei Rappresentanti e il Senato, oggi è la sede dell'Accademia Cubana delle Scienze e della Biblioteca nazionale della Scienza e della Tecnica.
Per accedervi bisogna salire un'imponente scalinata. Sulle grandi porte di bronzo sono raffigurate scene salienti della storia cubana.
Sotto la cupola alta 63 m è posta la statua della Repubblica (alta 17 m per 49 tonnellate di peso)che è la terza statua posta al coperto al mondo per dimensioni dopo il Budda di Nava in Giappone e il monumento di Lincoln a Washington DC.
Al suo interno si può anche osservare la copia di un diamante di 24 carati che segna il chilometro 0 di tutte le strade del paese. Da qui si calcolano le distanze fra L'Avana e le altre città dell'isola.
Si possono visitare le stanze dei senatori ed anche la biblioteca.
Degno di nota è anche l'esuberante patio interno.

giovedì 3 gennaio 2008

3 gennaio 1962: Papa Giovanni XXIII scomunica Fidel Castro

Il 3 gennaio del 1963 Papa Roncalli scomunicò Fidel Castro applicando il decreto del Santo Uffizio del 28 giugno 1949 secondo il quale è ancora oggi scomunicato automaticamente:
  • chi è iscritto o sostiene il Partito Comunista;
  • Chi fa propaganda comunista in qualsiasi modo;
  • Chi legge, stampa e diffonde scritti comunisti;
  • Chi vota per il Partito Comunista;

In questa occasione Giovanni XXIII dichiarò che Fidel Castro sarebbe andato all'inferno.

Non risulta se la scomunica sia stata abolita.

Solo successivamente, negli anni '70 fu proibito ai cristiani di Cuba di iscriversi al Partito e di intraprendere alcune carriere accademiche, soprattutto quelle umanistiche.

Barack Obama vs Hillary Clinton su Cuba













Barack Obama e Hillary Clinton sono i due candidati di punta del partito democratico che, dopo sette anni di governo scellerato del repubblicano George Bush, dovrebbe vincere le elezioni presidenziali del 2008 negli Stati Uniti.
Entrambi, nelle loro campagne elettorali, si sono pronunciati sui rapporti fra USA e Cuba.
Obama ha dichiarato che le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro L'isola caraibica, che anno dopo anno vanno intensificandosi, devono essere eliminate sia perchè inumane sia perchè si sono dimostrate inefficaci. Ha promesso che, come presidente, concederà diritti illimitati ai cubano-americani per visitare le loro famiglie residenti a Cuba e mandare loro denaro.
Si è dichiarato disponibile a normalizzare le ralzioni fra i due stati e ad ammorbidire l'embargo che è andato inasprendosi negli ultimi cinquanta anni.
Barack Obama è il primo candidato alla Casa Bianca che si dichiara favorevola alla fine dell'embargo dell'impero contro Cuba.
Hillary Clinton, che deve gratificare i suoi finanziatori di estrema destra, eredi dell'ex dittatore di Cuba Fulgencio Batista, ha definito le dichiarazioni di Obama sull'embargo "irresponsabili ed ingenue". Ha inoltre affermato che le sanzioni economiche contro l'Isla Grande devono essere mantenute. D'altra parte fu proprio suo marito, con il suo appoggio, a firmare nel 1996 la criminale legge Helms-Burton. Legge che aveva insensatamente carattere retroattivo e valore extraterritoriale.
In poche parole, dando uno sguardo alle dichiarazioni dei due candidati, andando oltre la questione cubana, pare che la Clinton rappresenti il mantenimento della politica del passato e che Obama sia il nuovo, la volontà di fare piazza pulita e di ricominciare da zero.
Da parte sua Fidel Castro, in una nota del 27 agosto 2007 ha dichiarato criticamente che, pur essendo sicuro che vinceranno i democratici, "i due candidati di punta si sentono in dovere di esigere un governo democratico a cuba, non stanno facendo politica ma stanno giocando a carte una domenica pomeriggio".

mercoledì 2 gennaio 2008

Parque Lennon - L'Avana

Parque Lennon a L'Avana è un piccolo parco del Vedado (calle 15 e 17 tra calle 6 e 8). Al suo interno si trova una statua in bronzo di John Lennon seduto su una panchina in una posizione molto realistica.
La statua fu inaugurata da Fidel Castro in persona l'8 dicembre del 2000 in occasione del 20° anniversario della morte del cantante segnando una inversione di rotta culturale profonda del Lider Maximo. Negli anni '60, infatti, la musica dei Beatles era stata proibita nell'isola perchè considerata eccessivamente decadente. Successivamente, grazie all'impegno del gruppo nell'opporsi alla guerra degli Stati Uniti contro il Vietnam, John Lennon venne rivalutato come rivoluzionario.

Gli occhiali della statua sono stati vittima di continue razzie da parte sia di turisti che di cittadini, tanto che oggi è sorvegliata a vista da un vigilantes che, in cambio di 1 CUC, li rimette al loro posto giusto il tempo di scattare le foto di rito.
Tutti gli anni, l'8 dicembre, si tengono nel parco concerti e manifestazioni per ricordare l'assassinio del celebre componente della band.

martedì 1 gennaio 2008

Fidel Castro: messaggio di inizio d'anno al popolo cubano

Ecco il messaggio di inizio d'anno di Fidel Castro letto alla televisione cubana.

CARISSIMI COMPATRIOTI:

Fra poche ore si compirà un altro anniversario di quell'alba meravigliosa, sono 49 anni di trionfo della nostra Rivoluzione.

Nonostante la tirannia yanqui continuiamo il lungo e ripido cammino. Grazie alla nobiltà ed all'abnegazione del popolo Cubano, ai suoi operai ed agli altri lavoratori manuali ed intellettuali, ai suoi contadini e studenti, uomini e donne, bambini, anziani e cittadini di tutte le età, alfabetizzati o analfabeti, Cuba fu per la prima volta padrona del suo destino.

Se ho il raro privilegio di rivolgermi nuovamente a voi è perché avete visto in questo compatriota una persona che ha sempre detto la verità.

Non è un merito esserne onorato, ma un dovere sacro.

Trascorsa l'alba rimarrà indietro il 49° anno della Rivoluzione e entreremo pienamente nel 50° anno, che simbolizzerà il mezzo secolo di resistenza eroica.

Proclamiamo al mondo con orgoglio questo record che ci fa creditori del più giusto dei reclami: che si rispetti il diritto alla vita ed alla sana allegria della nostra Patria.


Per questo diritto lotteremo fino alla morte. Per i cubani, più di un secolo fa lo proclamò Martì: "Patria è umanità!"












Fidel Castro Ruz
Diciembre 31 de 2007
6 y 10 p.m.

lunedì 31 dicembre 2007

Un mojito e un sigaro all'Hotel Inglaterra guardando Martì

A L'Avana solitamente ci si sveglia presto.
Sarà colpa del fuso orario o della voglia di uscire di casa per vivere l'ennesima esperienza indimenticabile per le strade della città.

La prima parte della mattina la dedichiamo al turismo, c'è sempre qualcosa che non abbiamo ancora visto: un museo, un palazzo, una piazza....
Verso le undici si lascia la città per andare al mare, Playa del Este - my cayto.
In spiaggia sole, bagni, paninozzo, un paio di bucanero fuerte, la nostra birra cubana preferita, piña colada se il baracchino ha gli ingredienti per farla. Si socializza un po', si organizza la serata.

Verso le sei si torna a L'Avana e si fa tappa all'Hotel Inglaterra. E' il più antico di Cuba ed ha un bel portico che si affaccia direttamente sul Parque Central, piccolo parco verdeggiante pieno di gente che passeggia, chiacchiera, discute.
Qui c'è la prima statua eretta nell'isola di Josè Martì, poeta rivoluzionario che tanto ha influito
sulla formazione socialista utopica di Fidel Castro.

Sotto il portico c'è sempre musica dal vivo e nel negozio interno hanno un buon assortimento di sigari.
I tavolini sono bellissimi, tutti diversi, ciascuno una piccola opera d'arte.
Le sedie scomodissime, è vero, di quelle di legno con il bordo della seduta rialzato che dopo un po' ti taglia le gambe....ma che ci importa? Siamo a Cuba!!!

Secondo noi all'Hotel Inglaterra fanno il mojito più buono de L'Avana, migliore di quello della Bodeguita del Medio ed anche di quello del Floridita....sicuramente più economico.

Dopo uno o due o tre mojito....con un tasso alcolico decisamente altino si torna a casa, doccia, cena e poi fuori a vivere la noche!!!




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