Barack Obama e Hillary Clinton sono i due candidati di punta del partito democratico che, dopo sette anni di governo scellerato del repubblicano George Bush, dovrebbe vincere le elezioni presidenziali del 2008 negli Stati Uniti.
Entrambi, nelle loro campagne elettorali, si sono pronunciati sui rapporti fra USA e Cuba.
Obama ha dichiarato che le sanzioni economiche degli Stati Uniti contro L'isola caraibica, che anno dopo anno vanno intensificandosi, devono essere eliminate sia perchè inumane sia perchè si sono dimostrate inefficaci. Ha promesso che, come presidente, concederà diritti illimitati ai cubano-americani per visitare le loro famiglie residenti a Cuba e mandare loro denaro.
Si è dichiarato disponibile a normalizzare le ralzioni fra i due stati e ad ammorbidire l'embargo che è andato inasprendosi negli ultimi cinquanta anni.
Barack Obama è il primo candidato alla Casa Bianca che si dichiara favorevola alla fine dell'embargo dell'impero contro Cuba.
Hillary Clinton, che deve gratificare i suoi finanziatori di estrema destra, eredi dell'ex dittatore di Cuba Fulgencio Batista, ha definito le dichiarazioni di Obama sull'embargo "irresponsabili ed ingenue". Ha inoltre affermato che le sanzioni economiche contro l'Isla Grande devono essere mantenute. D'altra parte fu proprio suo marito, con il suo appoggio, a firmare nel 1996 la criminale legge Helms-Burton. Legge che aveva insensatamente carattere retroattivo e valore extraterritoriale.
In poche parole, dando uno sguardo alle dichiarazioni dei due candidati, andando oltre la questione cubana, pare che la Clinton rappresenti il mantenimento della politica del passato e che Obama sia il nuovo, la volontà di fare piazza pulita e di ricominciare da zero.
Da parte sua Fidel Castro, in una nota del 27 agosto 2007 ha dichiarato criticamente che, pur essendo sicuro che vinceranno i democratici, "i due candidati di punta si sentono in dovere di esigere un governo democratico a cuba, non stanno facendo politica ma stanno giocando a carte una domenica pomeriggio".
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