domenica 13 gennaio 2008

Berlusconi: BASTA!!! W Zapatero!!!

La nuova uscita di Silvio Berlusconi mi ha fatto letteralmente uscire dai gangheri, giusto per usare un eufemismo.
In collegamento telefonico con la base del partito (uso volutamente la p minuscola) riunita a Roccaraso ha avuto il coraggio di esprimere grande disponibilità sulla collaborazione alla stesura della nuova legge elettorale (e fin qui tutto ok) ma..."Non potremmo trattare con forze politiche che mettessero in atto una decisione criminale come il disegno Gentiloni. Non ci sarebbe alcuna possibilità di dialogo con chi agisse in questo modo".
Per chi non lo sapesse il ddl Gentiloni riguarda l'assetto radiotelevisivo...in soldoni le parole del Berlusca vogliono dire: ok, vi do una mano a far passare la legge elettorale, sono anche disposto a cedere su alcuni punti ma GUAI se mi toccate le televisioni!!! Un ricatto vero e proprio.
E' arrivato il momento di dire BASTA.
E' arrivato il momento della legge sul conflitto di interessi.
E arrivato il momento di far riacquistare dignità al nostro paese.
E' arrivato il momento di tornare a dire "sono italiano" con orgoglio.
Basta con i ricatti, basta con le buffonate, basta con gli inciuci, basta con la politichetta da condominio...
Proprio oggi sul Corriere della Sera è uscita una bella intervista di fine mandato a Zapatero, se non verrà rieletto in Spagna lo voglio in Italia, è di questo che abbiamo bisogno, di un uomo con le palle che non si china di fronte ai poteri forti del Vaticano, degli Imprenditori, di nessuno. W Zapatero!!!

Il Malecon - L'Avana - Cuba

Il Malecòn è il lungomare de L'Avana, lungo 8 km, fu realizzato nel 1901 sotto l'amministrazione americana.
Fiancheggia completamente i quartieri del Vedado, di Centro Habana e de L'Habana Vieja. E' definita una delle strade più belle del mondo grazie agli edifici in stile coloniale che vi si affacciano, alcuni completamente restaurati, altri ancora fatiscenti, altri ancora con i lavori in corso.
E' il centro pulsante della città, di pomeriggio è colmo di famiglie che passeggiano, di sera e di notte di giovani che, sfruttando il parapetto per starsene seduti, "cazzeggiano" facendo musica, parlando, mangiando manì (le nostre arachidi) e bevendo ròn. La domenica mattina, quando c'e' bel tempo, è pieno di gente di tutte le età, soprattutto giovani, che ne approfittano per fare un bagno nelle acque cristalline che lo lambiscono. Una passeggiata sul Malecòn è un'esperienza assolutamente unica in qualsiasi momento della giornata.
Percorrendolo da est ad ovest si incontrano: l'hospital Hermanos Ameijeiras, il più moderno della città, il monumento dedicato ad Antonio Maceo, la Cascada (dove inizia la Rampa che porta direttamente alla gelateria Coppelia dove si gusta il gelato più buono della capitale e dove ha inizio il bellissimo film di Gutierrez "Fragola e cioccolato"), il monumento dedicato alla memoria delle vittime dell'esplosione della corazzata Maine (che diede inizio alla guerra degli Stati Uniti contro la Spagna 1898), l' Hotel Nacional, il più bello de L'Avana, la statua equestre di Calixto Garcia e gli hotel Cohiba e Riviera, costruiti di fronte a quella che vine e chiama la Fuente. Alla fine si trova la Chorrera, piccola torre sul mare nei cui giardini finisce il Malecòn.

sabato 12 gennaio 2008

Che Guevara - tre lettere prima di lasciare Cuba

Prima di lasciare Cuba per andare a fare la guerriglia in Bolivia con l'intento di vincere per poter portare la Rivoluzione anche in Argentina, sua terra natale, il Comandante Ernesto Che Guevara scrisse tre lettere da cui traspare tutta la sua umanità, il suo spirito rivoluzionario, la sua grandezza.
Le pubblico senza commenti perché sarebbero superflui.

Lettera ai figli
Cari Hildita, Aleidita, Camino, Celia e Ernesto:
Se leggerete questa lettera vorrà dire che io non sarò più fra di voi. Quasi non vi ricorderete di me e i più piccoli non ricorderanno nulla. Vostro padre è stato un uomo coerente e, sicuramente è stato leale con le sue convinzioni. Crescete come buoni rivoluzionari. Studiate molto per poter dominare la tecnica che permette di dominare la natura. Ricordate che l’importante e’ la rivoluzione e che ciascuno di noi, da solo, non vale niente. Soprattutto siate sempre capaci di sentire nel più profondo del vostro cuore qualsiasi ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo. Questa è la migliore qualità di un buon rivoluzionario. Hasta sempre figli miei, spero di vedervi ancora. Un bacio grande e un gran abbraccio da Papà.
Lettera ai genitori

Cari vecchi
Sento nuovamente sotto i miei talloni il costato di Ronzinante, torno al cammino con lo scudo al braccio. Sono passati quasi dieci anni da quando vi scrissi un’altra lettera di commiato. Da quello che ricordo mi lamentavo di non essere un soldato e un medico migliore; il secondo ormai non mi interessa più, come soldato invece non sono poi così male. Nell’essenza non è cambiato niente, ma sono molto più cosciente, il mio marxismo si è radicato e depurato. Credo nella lotta armata come unica soluzione per i popoli che lottano per liberarsi e sono coerente con il mio credo. Molti diranno che sono un avventuriero e in realtà lo sono ma di un tipo differente, di quelli che rischiano la propria pelle per dimostrare le proprie verità. Può essere che questa sia l’ultima. Non lo cerco però è nel calcolo delle probabilità. Se è così vi do il mio ultimo abbraccio. Vi ho voluto molto bene ma non ho saputo esprimere i miei sentimenti, sono molto rigoroso nelle mie azioni e temo che alcune volte non mi abbiate capito. E in effetti non era facile capirmi, credetemi almeno oggi. Adesso una volontà che ho levigato con meticolosità da artista sosterrà le gambe deboli e i polmoni stanchi. Lo farò. Ogni tanto ricordate questo piccolo condottiero del XX secolo. Un bacio a Celia, a Roberto, Juan Martin e Parrotin, A Beatriz, a tutti. Per voi un gran abbraccio dal figliol prodigo e recalcitrante. Ernesto.

Lettera a Fidel
Fidel,
in queste ore mi tornano in mente molte cose, quando ti ho conosciuto in casa di Maria Atonia, quando mi invitasti, tutta la tensione dei preparativi. Trascorremmo alcuni giorni chiedendoci chi si doveva avvisare in caso di morte, e la possibilità reale del fatto ci colpì a tutti. D’altra parte sapevamo che era sicuro che in una rivoluzione, se è genuina, o si trionfa o si muore. Molti compagni rimasero lontani dal cammino verso la vittoria.
Oggi tutto ha un tono meno drammatico perché siamo più maturi, però il fatto si ripete. Sento che ho compiuto la mia parte di dovere che mi legava alla Rivoluzione Cubana sul suo territorio e mi commiato da te, dai compagni, dal tuo popolo che è anche il mio.

Rinuncio formalmente agli incarichi nella direzione del Partito, al mio posto di Ministro, al mio grado di Comandante, alla mia condizione di Cubano. Niente di legale mi lega a Cuba, solo vincoli di altro tipo che non si possono rompere come le nomine.

Pensando alla mia vita passata credo di aver lavorato con sufficiente onorabilità e dedizione per consolidare il trionfo rivoluzionario. Il mio unico rimpianto di una certa gravità e di non aver confidato in te dai primi momenti della Sierra Maestra, e non aver compreso con sufficiente chiarezza le tue qualità di condottiero e di rivoluzionario. Ho vissuto giorni magnifici e al tuo fianco ho sentito l’orgoglio di appartenere al nostro popolo, nei giorni luminosi e in quelli tristi della crisi dei Carabi. Poche volte ha brillato un così alto statista come in questi giorni, mi inorgoglisco anche per averti seguito senza vacillare, identificandomi con il tuo modo di pensare, di vedere, di affrontare i pericoli ed i principi.

Altre parti del mondo reclamano la partecipazione dei miei modesti sforzi. Io posso fare quello che tu ti stai negando per la tua responsabilità nei confronti di Cuba, ed è arrivato il momento di separarci.

Sappi che lo faccio con un misto di allegria e dolore, qui lascio le mie speranze più pure di costruttore e i più amati fra i miei amati… e lascio un popolo che mi ha accettato come un figlio; questo lacera una parte della mia anima.
Nei nuovi campi di battaglia porterò la fede che mi hai inculcato, lo spirito rivoluzionario del mio popolo, la consapevolezza di compiere il più sacro dei doveri: lottare contro l’imperialismo ovunque sia, questo conforta e cura ampiamente qualsiasi ferita.

Dico ancora una volta che libero Cuba da qualsiasi responsabilità, salvo quella che emana dal tuo esempio. Se giunge l’ultima ora sotto altri cieli il mio ultimo pensiero sarà per questo popolo e, in modo particolare, per te. Ti ringrazio per i tuoi insegnamenti e per il tuo esempio al quale cercherò di essere fedele fino alle estreme conseguenze delle mie azioni. Confermo di essermi identificato sempre con la politica estera della nostra Rivoluzione, e continuo a farlo. Ovunque mi trovi sentirò la responsabilità di essere rivoluzionario Cubano, e come tale agirò. Non lascio ai miei figli né a mia moglie niente di materiale, senza rimpianto: sono contento che sia così. Non chiedo niente per loro, d'altronde lo Stato gli darà il sufficiente per vivere ed educarsi.

Avrei molte cose da dire a te e al nostro popolo, però sento che non sono necessarie, le parole non possono esprimere quello che vorrei, e non vale la pena imbrattare pagine.

Fino alla vittoria sempre. Patria o Morte!

Ti abbraccio con tutto il mio fervore rivoluzionario.

Che.
Traduzione di gà

Veltroni come Berlusconi: addio unioni civili


Cari italiani state tranquilli: la tanto osannata famiglia, tanto cara a papa Ratzinger, non corre pericoli. I DICO??? E chi ne sente più parlare! Tutto tace, insabbiata ogni traccia. Non che fossero questo grande capolavoro di civiltà, ma almeno sarebbe stato un inizio.

Intanto qualche giorno fa, giusto per fugare ogni dubbio ed evitare che a qualcuno vengano strani grilli per la testa, il consiglio comunale di Roma ha bocciato il registro delle unioni. E, udite udite, per colpa di chi? Proprio del Partito Democratico altrimenti detto PD, che ha scelto di non votare i provvedimenti della sua stessa maggioranza. Il sindaco Veltroni però non c'era, eh...era ufficialmente in Abruzzo!

Quindi, care coppie di fatto, etero, gay, lesbiche o trans che voi siate, che tanto speravate che PD potesse significare "Pari Diritti" per tutti, dovete rassegnarvi a tradurlo come il "Papa Decide", altrochè! La politica del PD è inopinabilmente ispirata dal Vaticano, nessuna concessione alla laicità dello stato.

In pratica, nessuna differenza tra Berlusconi e Veltroni. Forse Silvio antepone un pò di più i suoi interessi a quelli del Papa, ma non c'è dubbio che entrambi stanno ben attenti a non far torti al "Cupolone". Quello che non capisco è perchè in Italia c'è questa smania di creare tanti partiti. Perchè questi due non si mettono insieme invece di creare due partiti distinti per poi farci un bell'inciucio? Forse per lavarsi la coscienza dato che provengono da due storie agli antipodi? Ma dai ragazzi, che volete che sia, "scurdamuce u passat" e marciate dritti e fieri verso il futuro!

Tutto questo mentre dalla Francia arriva la notizia della prima concessione dell'autorità parentale per due donne lesbiche la cui unione era stata ufficializzata nel 2002 grazie ai Pacs. Entrambe sono diventate madri dopo essere ricorse alla fecondazione assistita. Dal momento che in Francia non è consentita l'adozione a coppie omosessuali, le due donne avevano fatto richiesta per ottenere l'autorità parentale congiunta e incrociata, motivandola con la necessità di poter prendere decisioni in caso di malattia o assenza o morte del genitore. E pensare che il governo Sarkozy è un governo di destra!

venerdì 11 gennaio 2008

Guantanamo, la X Ray Prison compie 6 anni

La base navale di Guantanamo è una porzione di territorio cubano occupata illegalmente dagli Stati Uniti fin dal 1901. In origine doveva essere una protezione per l'isola dai tentativi di conquista degli spagnoli ma col tempo si e' trasformato in un vero e proprio territorio occupato.
Nel 2002 su questo territorio è nato Camp Delta, la prigione di sicurezza ormai famosa per l'atrocità con cui vengono trattati i detenuti.
Oggi compie 6 anni ed in tutto il mondo si stanno svolgendo manifestazioni per chiederne la chiusura.
Amnesty International, col sostegno di oltre 1.200 parlamentari di ogni parte del mondo, ha presentato all'amministrazione statunitense un piano d'azione per porre fine alle detenzioni illegali nel contesto della 'guerra al terrore'.

Gli spot che seguono sono un po' forti...guardateli solo se non siete troppo impressionabili.

Spot Amnesty - Guantanamo Tortures

Chiudere Guantanamo, ora!

Il video di Amnesty International dello scorso anno prodotto da Fandango

La Llorona, leggenda messicana

La leggenda dice che la Llorona era un'indigena messicana innamorata di un hidalgo, un nobile, spagnolo del periodo coloniale. Avevano avuto tre figli pur non essendo sposati. Lui evitava di formalizzare l'unione ma andava spesso a visitarla. Dopo un po' di tempo tornò in Spagna perché i sui genitori gli avevano procurato una moglie del suo rango. Quando la andò a salutare la donna indigena reagì malissimo, impazzì, tanto che prese i figli e li uccise gettandoli nel fiume. Quando si rese conto di quello che aveva fatto morì di dolore.Da allora tutte le notti gira per le strade urlando i suoi lamenti (ay mis hijos!!!) ed e' diventata il simbolo della maternità distrutta che rappresenta il trauma della perdita delle origini dei popoli indigeni, la sottrazione dell'identità ad opera dei colonizzatori.E' rappresentata come una donna senza volto, o comunque con il volto coperto, a rappresentare questa privazione violenta, descrive la fine di un popolo e della perdita delle sue radici ma allo stesso tempo esprime la struggente incapacità di dimenticare.La Llorona è diventata una canzone interpretata in modo sublime da Chavela Vargas.Sulla musica e con la metrica di questo canto è stata scritta la Llorona de los estudiantes, canzone di protesta contro la guerra.

Chavela Vargas - La llorona

Chavela Vargas - La Llorona - Frida Kalo

The Argentine e Guerrilla, due film di Steven Soderbergh

La prossima stagione cinematografica vedrà l'uscita di due film di Steven Soderbergh (regista fra gli altri di Ocean's 11 - 12 -13, Intrigo a Berlino, Bubble) su Ernesto Che Guevara: The Argentine e Guerrilla.
Il primo affronta gli anni della rivoluzione, dallo sbarco del Gramma all'arrivo a L'Avana e alla fuga di Batista, mentre il secondo affronta gli ultimi anni del Che, dal suo viaggio a New York alla guerriglia in Bolivia dove venne tradito e ucciso dalla CIA nel 1967.
Gli attori scelti per interpretare i ruoli del Che e di Fidel sono Ignacio Del Toro e Demián Bichir e bisogna dire che dalle prime immagini pubblicate sembrano essere molto somiglianti ai due rivoluzionari. Le date precise dell'uscita dei film ancora non si conoscono ma si parla certamente del 2008.












Francesco Guccini Stagioni

Anche francesco Guccini ha Cantato Ernesto Che Guevara nel cd "Stagioni" del 2000.
La canzone ha lo stesso titolo dell'album e descrive la reazione dei giovani del 1967 quando hanno appreso la notizia della morte del Che.
In realtà in questa canzone Guccini canta i propri ricordi, descrive le proprie emozioni e lo fa in modo vivido, tangibile. Dice che di questa canzone ha scritto una strofa proprio nel 1967, podo dopo aver avuto la triste notizia, ma la mette via, non completa l'opera. Alla fine degli anni '90 la canta durante una festa in casa, con amici e piace subito a tutti. Qualche tempo dopo, durante un concerto, dopo aver visto alcuni ragazzi che indossavano una maglietta con l'immagine del Che decise di dedicare loro quella strofa. Racconta che venne giù il Palasport.
[...] "Tutti mi hanno detto che non sarebbe stato male finire la canzone. È stata dura: sono dovuto tornare indietro con un lungo flash-back, creando un parallelo tra quella generazione e questa [...] ho scritto questa canzone Perché sentivo il forte bisogno, in un momento in cui la sinistra è contestata e - soprattutto - contrastata, di riaffermare il mio credo [...] io sono di sinistra, non sono un reazionario, non mi sono arreso. Devo però ammettere che, se non fossi stato spinto, non avrei mai concluso Stagioni".

Canzone x il Che -- Guccini (Stagioni) Song for Che Guevara

giovedì 10 gennaio 2008

Loredana Bertè: inno a Che Guevara

Non vi nascondo la mia passione per un'artista così anticonvenzionale e dissacrante come Loredana Bertè. Conosco un pò tutte le sue canzoni, ma ce n'è una che trovo semplicemente straordinaria, un'inno appassionato alla figura di Che Guevara. "Comandante Che" è contenuta nell'album "Ufficialmente Dispersi" del 1993, non è tra le canzoni più conosciute della Bertè, ma vi garantisco che io la ascolterei ininterrottamente dalla mattina alla sera. Sentite un pò e ditemi che ne pensate...



...Che ne dite, la proponiamo come inno nazionale???

mercoledì 9 gennaio 2008

Sarkozy e la TV pubblica: impara Prodi....impara...

E' normale che un uomo di sinistra come me guardi a Sarkozy come ad un esempio da imitare? Visto il governo che ci ritroviamo forse si.
Nel corso della conferenza stampa di inizio d'anno che si è tenuta nel salone delle feste dell'Eliseo, il presidente Sarkozy ha dichiarato che è sua intenzione eliminare gli spot pubblicitari dalla televisione pubblica e di applicare una tassazione maggiore alla pubblicità dei canali privati per finanziare la TV pubblica e per ridurne il deficit. Ha inoltre dichiarato: "Voglio che i requisiti della televisione pubblica siano modificati profondamente" [...]
"e voglio considerare la possibilità di eliminare completamente le pubblicità dai canali pubblici". Ha affrontato il tema dicendo che il servizio pubblico deve puntare sulla qualità e non può funzionare solo con criteri mercantili. La Tv di stato deve avere un ruolo sociale e culturale importante per il Presidente francese e non può essere vittima degli indici di ascolto che che inevitabilmente condizionano i contenuti a causa di mere logiche economiche e di mercato.
E noi, con il nostro governo minestrone, non riusciamo neanche ad iniziare a parlare del conflitto di interessi. Ricordate le intercettazioni telefoniche di Berlusconi in cui raccomandava alla RAI vallette ed attricette per comprare senatori di centrosinistra con il fine di far cadere il governo? E chi ne parla più? E poi, visto che ha tre canali televisivi, perchè non le assume lui ma cerca di fare in modo che lavorino nella TV di Stato?Pare che in italia si danno le notizie giusto per lavarsi la coscienza ma poi alle parole non seguono i fatti.
Vorrei essere orgoglioso del mio paese, del governo di centrosinistra che è oggi al potere ma, scusataemi, proprio non ci riesco!
Con questo non voglio dire che appoggio tutto quello che ha detto il Presidente Sarkozy nella conferenza stampa, non approvo l'eliminazione del tetto delle 35 ore lavorative nè la politica sull'immigrazione che ha intenzione di attuare ma....sulla TV pubblica 10 e lode Presidente, niente da dire.

martedì 8 gennaio 2008

Il ritorno dello Stato Pontificio

Roba da matti! Qualche giorno fa, in uno dei suoi soliti sermoni sulla famiglia e sul suo ruolo fondamentale nella società (peccato che un matrimonio su 3 capitoli con un divorzio e che la maggior parte dei ragazzi di oggi siano figli di genitori separati!), papa Ratzinger alias Benedetto XVI ha tuonato contro l'aborto, chiedendo di rivederne la legge. Ma dico io, stiamo dando i numeri o cosa? La legge sull'aborto è tra le pochissime conquiste di civiltà del nostro Paese ed ora si torna a far pressioni su quest' argomento? Il prossimo passo probabilmente sarà la legge sul divorzio! Poi magari togliamo anche il voto alle donne, così non avranno grilli per la testa e si decideranno finalmente a dedicarsi anima e corpo alla cura della propria prole!!!
Premesso che io non accetterei il benchè minimo consiglio da uno che ha il ghigno di Gargamella, si fa fare le scarpe su misura da Prada (bell'esempio di carità cristiana!) e non perde occasione per sfoggiare le sue stole e i suoi ridicoli copricapo di ermellino (ma non era San Francesco che parlava con gli animali!?!), quando ho notizia dei suoi dictat, ormai con cadenza quasi giornaliera, non mi arrabbio quasi più, sono rassegnato. La cosa che più mi demoralizza è l'idea di vivere in un Paese bellissimo, ma schiavo di questa bigotta cupola romana, permettendo di stare in Parlamento a gente, strapagata da noi, che si fa portabandiera di queste idiozie. Due nomi su tutti: l'on. Buttiglione del Centrodestra e la senatrice Binetti del Centrosinistra.
Ora, a proposito di Buttiglione, mi viene in mente un episodio dei Simpson in cui si vede una sorta di radiografia fatta al cervello di Omer e da cui risulta un volume più o meno uguale a quello di una noce. Ecco, io il cervello di Buttiglione me lo immagino così, per cui non c'è da prendersela neanche più di tanto, è un caso senza speranza. Ma vi prego, alle prossime elezioni, mi fate il favore di lasciarlo a casa? Non importa che vinca il Centrodestra o il Centrosinistra, personaggi del genere, che parlano senza la minima cognizione della realtà, devono essere lasciati a casa!
Passiamo alla senatrice Binetti. Mi spiegate che cosa ci azzecca la signora con una coalizione di Centrosinistra che almeno idealmente dovrebbe essere di ispirazione progressista? Allora, cara senatrice, vogliamo o no deciderci ad uscire da questa coalizione come suggeritole dai suoi colleghi di Rifondazione Comunista? Una come lei, con la sua forma mentis da cattolica integralista, dovrebbe rabbrividire anche solo sentendo parlare di "Centrosinistra". Ma si sa, in Italia pur di rimanere al comando, si può far convivere il diavolo con l'acqua santa!
Io un'idea ce l'avrei. Visto che questo papa forse non ha ancora capito che lo Stato Pontificio non c'è più da un pezzo, lasciamoglielo credere fino in fondo, si nomini pure governatore e si prenda la Binetti e Buttiglione come vice. Glieli cediamo volentieri!
Ah, dimenticavo, prima di chiudere: qualcuno di voi ha notizia dei DICO???

8 gennaio 1959 Fidel Castro fa il suo primo discorso a L'Avana

L'8 gennaio del 1959 il Comandante e leader della Rivoluzione fece il suo primo discorso a L'Avana, una settimana dopo che il dittatore Fulgencio Batista scappò dal paese incalzato dalle truppe dei liberatori.
Fidel, con quella che fu definita la "carovana della libertà" partì da Santiago di Cuba e attraversò l'isola fino alla capitale dove fu ricevuto da un popolo la cui allegria era immensa. Alle spalle avevano la lunga notte della corruzione, la tortura, la morte, la discriminazione razziale, la fame, la politica politicante.
La felicità si rispecchiava nei visi ascoltando il giovane barbuto nell'antico quartiere Columbia. Quell'uomo di appena 33 anni esprimeva idee, concetti, del tutto diversi da quelli dei discorsi dei politici tradizionali. Prevedeva che gli anni a venire sarebbero stati difficili, che il futuro del paese non sarebbe stato facile.
Sottolineando che dire la verità è il primo dovere di un rivoluzionario, Fidel disse che "rimane molto ancora da fare. Noi non dobbiamo illuderci credendo che nell'immediato tutto sarà facile; magari tutto sarà più difficile di quanto possiamo immaginare".
In questi 50 anni la Rivoluzione ha attraversato momenti molto difficili. Gli Stati Uniti hanno utilizzato i metodi più crudeli per impossessarsi dell'isola e per trasformarla in una nuova colonia, hanno cercato di sottomettere la coraggiosa popolazione cubana attraverso la paura, con attentati, sabotaggi, tentativi di invasione e per mezzo del più duraturo e crudele embargo economico, finanziario e commerciale che la storia umana abbia mai visto.

Harry Potter e i doni della morte

Questo post inevitabilmente conterrà degli spoiler....occhio!!!
Finalmente è uscito anche in Italia l'ultimo ed attesissimo libro sul maghetto più amato di tutti i tempi. Harry potter e i doni della morte è nelle librerie dal 5 gennaio (anche se alcuni librai disonesti lo hanno messo in vendita qualche giorno prima).
Quest'ultimo episodio rappresenta la fine di un'epoca durata 10 anni che ha visto crescere Harry, i suoi amici ed anche i lettori che hanno creato un vero e proprio evento mediatico, unico. Il numero di blog, forum, siti ecc. riguardanti questa saga non ha visto eguali nella storia dell'editoria mondiale.
Il motivo fondamentale è la magia. Chi da piccolo, ma anche da grande, non ha desiderato di possedere poteri magici per risolvere questo o quel problema?
Bacchette magiche, pozioni, incantesimi, anatemi sono tutte parole che riguardano l'immaginario di chiunque e chiunque abbia letto la saga si è un po' immedesimato nei personaggi che hanno il privileggio di poter accedere a tutto questo. Ma non solo. C'e' un leader, Harry che poi così leader non è, sfigatello, non bellissimo, pittosto umano. L'amico, Ron, che vive all'ombra della sua fama ma che infine risulta essere un po' eroico anche lui. L'amica, Ermione, secchiona e bruttina un po' antipatica all'inizio per la sua saccenza e la sua voglia di emergere ma che con il passare del tempo scopre il fascino della trasgressione delle regole e che diventa sempre meno antipatica e sempre più benvoluta. Insomma la saga di Harry Potter ha segnato un'analisi approfondita dal mondo adolescenziale, con le crisi, i desideri, i sogni che ciascuno di noi ha affrontato nel corso della sua crescita.
Quest'ultimo episodio è strutturalmente diverso da tutti gli altri. Prima di tutto non c'e' più Silente, il grande mago, il professore umano, saggio, ironico che tutti avremmo voluto avere, da cui tutti avremmo appreso più volentieri e che si contrappone al grigiume dei precettori della scuola odierna, fatte le debite eccezioni, chiaro. La scuola di magia e stregoneria di Hogwarts non è più la location principale del racconto. E' un episodio ricco di azione, che tiene con il fiato sospeso e che spesso stupisce con trovate geniali.
Termino qui perchè non voglio rovinare la lettura a chi ancora non lo avesse letto dicendo che sicuramente non è un capolavoro di letteratura, certamente non è un'opera che vedremo nei libri di testo dei prossimi anni ma sicuramente merita di essere letto per la storia che racconta, per l'analisi delle diversità che offre, per i voli della fantasia che stimola.

lunedì 7 gennaio 2008

Appello dell'ONU per la moratoria delle esecuzioni


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Fausto Bertinotti torna in Sud America

Dopo aver incontrato, nel 2007, Lula, Khirchner e Michelle Bachelet (rispettivamente presidenti di Brasile, Argentina e Cile), il Presidente della Camera Fausto Bertinotti torna in Sud America per incontrare Hugo Chavez, Evo Morales, Rafael Correa e Alan Garcia (presidenti di Venezuela, Bolivia, Ecuador e Perù).
Sarà un viaggio nei paesi simbolo della sinistra mondiale: la Bolivia, dove fu tradito ed assassinato Ernesto Che Guevara; il Perù che ha visto le ribellioni delle popolazioni Inca; Ecuador (Quito) e Venezuela che, insieme ai territori della Nuova Grenada, costituivano la "Repubblica della Grande Colombia" creata da Simon Bolivar nel 1819 e ratificata dal Congresso di Cùcuta nel 1921. Bertinotti ha detto a Panorama che "questo secondo viaggio in America latina rappresenta il completamento di una nuova stagione nei rapporti fra Italia, Europa e Sud America. Una nuova stagione che mette fine a un periodo di una qualche distrazione su questa materia. Questo secondo viaggio vuole anche valorizzare un nuovo protagonismo sulla scena mondiale". [...] "Appena un anno fa, nel primo viaggio nella parte meridionale di quel continente, è stato possibile vedere da vicino esperienze di grandi paesi, abbiamo visto fiorire e sviluppare rapporti di amicizia, abbiamo capito e toccato con mano il punto di forza di un rinascimento che riguarda, pur tra tante difficoltà, tutta quella parte del mondo" [...] "Si vuole indagare la questione indigena, di particolare interesse storico e culturale. La questione indigena riveste un peso e un'importanza di primo piano nelle vicende dell'America Latina e riguarda direttamente i problemi dell'integrazione e del riconoscimento delle diversità. Termini che sono fondamentali perchè appartengono alla sfera mondiale della politica. E riguardano in primo luogo anche l'Europa. Stiamo parlando di convivenza, di coesistenza. Per dirla diversamente, si sta parlando del grande tema della nuova cittadinanza".
Questo viaggio sarà un insieme di incontri istituzionali e di immersioni nella vita reale.
A La Paz, in Bolivia visiterà il progetto dell'UNICEF Fortalecimiento de las defensoriasde la niñez e si confronterà con le ONG (Organizzazioni Non Governative) italiane che lavorano sul territorio.
A Lima, in Perù, inaugurerà un affresco di Mazzini sul muro esterno dell'ambasciata italiana è visiterà l'impresa sociale YoPer per la produzione di panetterie e pasticceria, che già sta dando ottimi risultati in termini di vendite, finalizzata al finanziamento della Casa del Sorriso contro la prostituzione minorile a Lima.
A Quito si occuperà di debito pubblico. E' previsto un incontro presso il fondo italoecuadoriano che si occupa di gestire il debito bilaterale di 27 milioni di dollari.

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